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Convivenze difficili

Quando si è abituati a vivere buona parte della giornata separati, ognuno impegnato nei suoi doveri (lavoro, scuola, ecc.), non è facile cambiare la routine da un giorno all’altro e imparare a convivere 24 ore al giorno, magari in spazi ristretti, dove le esigenze dell’uno spesso si scontrano con quelle dell’altro.

La lunghezza dei tempi del ‘restiamo a casa’, lo stress accumulato, possono diventare una miscela esplosiva per molte coppie o famiglie. Soprattutto quando si convive con un partner o un genitore violento, la situazione può diventare drammatica, come stanno purtroppo sperimentando in particolare molte donne in questo periodo.

La Bibbia ci parla di diverse convivenze difficili vissute sotto lo stesso tetto, vuoi per rivalità e gelosia (Sara e Agar), per scatti d’ira improvvisi (Saul e Davide) o per umiliazioni dell’uno verso l’altro (Peninna e Anna). La saggezza dei Proverbi ci dice: Meglio un piatto d’erbe dov’è l’amore, che un bue ingrassato dov’è l’odio (Proverbi 15:17); È meglio un tozzo di pane secco con la pace, che una casa piena di carni con la discordia (Proverbi 17:1). Sì, la pace della propria casa vale più di qualsiasi ricchezza.

Ci sono però scontri e liti in famiglia che sembrano non abbiano modo di essere sanati. Nonostante l’intervento di assistenti sociali o altro personale specializzato, spesso purtroppo si protraggono per molti anni, quando non arrivano a un epilogo drammatico. Sembra che l’unica strada sia la separazione forzata e che nessuna riconciliazione sia possibile.

Già, la riconciliazione. Anche tra Dio e l’uomo la convivenza nel giardino dell’Eden si era fatta impossibile, al punto di dover chiudere all’uomo e alla donna l’accesso al giardino (Genesi 3:24). “Divieto di avvicinamento” si chiamerebbe oggi in termine tecnico.

Ma per Dio quella era solo una separazione che doveva servire all’uomo per riflettere sulla sua azione. Il piano di Dio era ben altro e prevedeva una riconciliazione completa e definitiva. E l’iniziativa sarebbe partita da lui, non dall’uomo: Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita (Romani 5:10).

Una volta accettato il suo invito alla pace, alla riconciliazione, alla ritrovata comunione tra noi e lui, ecco che il Signore ci presenta subito un piano che, partendo da noi, vuole fare di noi stessi degli strumenti di riconciliazione: E tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione (2 Corinzi 5:18-19).

Non è meraviglioso pensare che noi possiamo essere dei mezzi di pacificazione usati da Dio? Dal momento che portiamo la parola della pace, diventiamo dei riconciliatori che a loro volta invitano altri a trovare la pace con Dio e in Dio: Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio (2 Corinzi 5:20).

E se fossimo noi a trovarci in mezzo a un conflitto interpersonale? Con l’aiuto di Dio, con la ferma fiducia in lui, con l’uso della sua potente Parola, potremmo anche provare l’esperienza di vedere i nostri oppositori arrendersi davanti a noi, vinti da una parola dolce che sa calmare il furore e l’ira altrui (Proverbi 15:1, 18) e avendo il favore di Dio dalla nostra parte: Quando il SIGNORE gradisce le vie di un uomo, riconcilia con lui anche i suoi nemici (Proverbi 16:7).

Facciamo della nostra quotidianità una dolce convivenza con il Signore. Ringraziamolo della sua opera di riconciliazione nei nostri confronti. Diventiamo strumenti di pace. Affidiamo a lui i nostri conflitti, chiedendogli di mettere nella nostra bocca parole dolci per calmare anche il nemico più accanito.

Permettiamo in primo luogo a Dio di essere il costruttore e protettore della nostra casa, della nostra famiglia, del nostro vivere quotidiano, perché: Se il SIGNORE non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori; se il SIGNORE non protegge la città, invano vegliano le guardie. Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare e mangiate pane tribolato; egli dà altrettanto a quelli che ama, mentre essi dormono (Salmo 127:1-2).

 
 
 

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