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Dimmi il tuo nome, ti dirò chi sei

Per tanto tempo, almeno in Italia, era abitudine dare ai propri figli i nomi di nonni o parenti, o di personaggi religiosi, in modo da perpetuarne e onorarne in qualche modo il ricordo. Oggi la scelta si basa essenzialmente su un nome che ci piace, spesso senza saperne l’esatto significato. Talvolta si usano nomi di personaggi famosi, attori, sportivi, ecc. È anche successo che durante o dopo un evento che ha segnato dei momenti particolari della storia, si siano dati dei nomi che si ricollegavano ad esso. Non crediamo però che qualcuno abbia voglia di ricordare questo ultimo periodo, scegliendo nomi da dare ai propri figli che lo rievochino in qualche modo! Pensiamo che nemmeno per un’attività, uno scelga di chiamarla Corona, Pandemia, Virus o quant’altro!

La Parola di Dio dà molto risalto ai nomi personali, riempiendoli di significati importanti. Succede anche che Dio o Gesù abbiano cambiato i nomi di alcuni uomini particolari. Solo per fare un piccolo esempio pensiamo ad Abramo (lett. ‘Padre eccelso’), che ha visto il suo nome cambiato in Abraamo (lett. ‘Padre di una moltitudine’) (Genesi 17:5), per indicare che da quel momento sarebbe diventato padre di una moltitudine di persone che, come lui, avrebbero ottenuto quanto promesso da Dio, grazie alla sola fede. Certamente un nome che racchiude dentro di sé un importantissimo insegnamento di Dio e un piano di salvezza che sarebbe stato a portata di tutta l’umanità.

Abbiamo però anche qualcuno che ha scelto di chiamare il proprio figlio in un modo del tutto diverso, rievocando il nome di un'altra persona, che è stata strumento di uno smascheramento dei propri errori. Il re Davide aveva peccato di adulterio ed era stato il mandante dell’omicidio del marito della donna con cui era stato. Un fatto gravissimo, che avrà tragiche ripercussioni (si può leggere tutta la storia in 2 Samuele 11 e 12). Colui che Dio mandò per smascherare Davide, fu il profeta Natan (2 Samuel 12:1-14). Certo un brutto colpo per Davide e quel nome, Natan, sarebbe rimasto per lui sempre collegato a quell’episodio. Eppure Davide scelse di dare a uno dei suoi figli proprio quel nome (1 Cronache 3:5). Questo vuol dire che Davide aveva capito perfettamente la lezione, che era stata chiara e importante, sapendo che veniva direttamente da Dio. Quel Dio che, dopo la punizione e il pentimento del re, lo ristabilirà pienamente. Davide ebbe molti figli, tra i quali il più famoso è senz’altro Salomone, il cui nome è presente nella genealogia di Gesù di Matteo 1:6-7. Eppure nella genealogia di Gesù presentata nel vangelo di Luca, solo il nome di Natan viene ricordato tra i figli di Davide (Luca 3:31). In quelle genealogie troviamo vari personaggi che non tutti sarebbero fieri di avere nel loro albero genealogico e… Natan, il figlio col nome che ricorda un’importantissima lezione di vita data al re Davide.

Quella è la discendenza umana di Dio fatto uomo, a cui verrà posto nome Gesù (‘Yahweh salva’), cioè colui che porta il nome personale del Dio salvatore. Verrà anche chiamato Emmanuele (‘Dio con noi’), per indicare la sua presenza reale tra gli uomini.

Quale importanza ha quel nome! Ci ricorda che tutti avevamo bisogno di un salvatore, che questo salvatore poteva essere solo Dio e che per salvarci avrebbe dovuto venire tra di noi e dare la sua vita. Veramente il nome di Gesù, l’Emmanuele, ci dice chi è colui che lo portava e cosa avrebbe fatto per noi.

Ed ecco che, ieri come oggi, il messaggio di salvezza è legato a quel nome, perché nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti” (Luca 24:47). E sarà “nel suo nome le genti spereranno” (Matteo 12:21). Non altri nomi, non altre persone, non altri presunti dèi, perché “in nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12).

Evocare il nome di Gesù per alcuni può non significare nulla, per altri è solo il nome di uomo morto tanti anni fa, “ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome” (Giovanni 1:12). Non c’è nessun effetto miracoloso in quel nome, ma il suo significato e la persona che lo porta, lo fanno essere il nome che tutti un giorno invocheranno: Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre (Filippesi 2:9-11).

Chiamarlo ora, invocare con fede il suo nome per essere salvati, aiutati, protetti, ci garantirà di poterlo fare in eterno, figli di colui che porta un nome che ci dice perfettamente chi egli è.


 
 
 

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