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L’immagine di sé

Grandi polemiche sono nate nelle ultime settimane riguardo a statue fatte a memoria di personaggi ritenuti oggi altamente controversi, in particolare per il loro coinvolgimento in atti di razzismo, colonialismo o comunque di sopraffazione dell’altro. Da sempre l’uomo sente il desiderio di erigere monumenti a qualcuno. Spesso, e non solo nell’antichità, ma anche in tempi moderni in paesi spesso guidati da monarchie o dittature, si sono fatte erigere statue a persone ancora viventi. Ancora più spesso furono gli stessi protagonisti a far costruire statue raffiguranti sé stessi. C’era in loro il bisogno di fissare su pietra, o su un quadro, la loro immagine, in modo che fosse ammirata, talvolta venerata, e che se ne perpetuasse il ricordo.

Sono vari anche i personaggi descritti nella Bibbia che hanno fatto la stessa cosa, per esaltare il loro ruolo o la loro bellezza, come il primo re d’Israele Saul “giovane e bello; tra i figli d’Israele non ce n’era uno più bello di lui; era più alto di tutta la gente, dalle spalle in su.” (1 Samuele 9:2) che arrivò appunto a farsi fare una statua in suo onore (1 Samuele 15:12). O come il figlio di Davide, Absalom (2 Samuele 18:18), o il re babilonese Nabucodonosor (Daniele 3:3-7). Tutti personaggi visti in qualche modo come negativi. Fossero vissuti oggi probabilmente invece di una statua avrebbero invaso la rete con le loro immagini su Facebook, Twitter, Instagram, ecc., chiedendo like invece di inchini.

Dio non ha avuto bisogno di mostrare l’immagine di sé, anzi ne ha vietata espressamente ogni raffigurazione: Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire (Esodo 20:4-5).

Gli uomini invece hanno sempre voluto dare un’immagine a Dio e al testo sacro. Molte scene bibliche vennero usate, dall’inizio della storia del cristianesimo, con scopi anche positivi, per spiegare la Bibbia agli analfabeti. Ma ben presto queste immagini, per forza fantasiose, portarono messaggi falsati, aggiungendo e togliendo elementi dal messaggio biblico scritto, e come risultato ebbero anche quello di fare di quelle immagini un oggetto di venerazione, arrivando a livelli inimmaginabili. La Parola di Dio scritta fu in questo modo umiliata dall’immagine e il suo contenuto distorto. Questa ostentazione dell’immagine, così evidente oggi che siamo nel mondo del selfie, avrà il suo apice alla fine dei tempi, quando gli uomini saranno chiamati da Satana ad adorare la sua persona attraverso la sua immagine (Apocalisse 13:14-15).

Pensiamoci, quando Dio si è rivelato in Gesù, ha fatto sì che la sua immagine non attirasse gli sguardi: Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella, come una radice che esce da un arido suolo; non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci. (Isaia 53:2). Gesù era bellissimo per quello che era, non per quello che mostrava esteriormente della sua figura.

Anche per noi Dio vuole qualcosa di diverso dalla nostra rappresentazione esteriore, qualcosa di infinitamente più importante, degno del livello al quale ci ha portati, quello di figli di Dio, e in quanto tali bellissimi ai suoi occhi.

Cosa dovremmo quindi mostrare di noi stessi? Quello che siamo fuori o una rappresentazione costruita di quello che vogliamo che gli altri vedano? Oppure quello che Dio ci ha fatti diventare, per la fede, dentro? Il vostro ornamento non sia quello esteriorema quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore. (1 Pietro 3:3-4).

C’è una trasformazione che Dio vuole operare in noi, che lui stesso opera in noi se glielo permettiamo, che ha come modello Dio stesso: Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l’ha creato (Colossesi 3:10). Agire con sincerità, essere quello che si è veramente, spogliandosi del vecchio, per rivestirsi di qualcosa di nuovo, con una azione costante e continua, lasciandoci plasmare al modello di Dio!!! E ancora: E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito (2 Corinzi 3:18). Senza maschere o false immagini, prendendo come modello Dio stesso, trasformati nella sua immagine, in una crescita verso l’alto, lasciando agire Dio, lo Spirito Santo in noi.

Dio ci vede bellissimi, Dio ci ha innalzato in un modo incredibile, Dio ci considera come la cosa più preziosa e ci vuole trasformare a sua immagine. E non lo fa con secondi fini, non lo fa con l’inganno, lo fa perché ci ama. E non lo ha dimostrato con un clic sul nostro telefonino, ma con un abbraccio pieno di amore, con le sue braccia allargate e inchiodate sulla croce per ognuno di noi.


 
 
 

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