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Occhio per occhio?

Negli ultimi mesi, con la questione dei dazi, ma in generale per ogni tipo di confronto, politico o commerciale, si assiste a un crescendo continuo di azioni di rivalsa dell’uno verso l’altro. Tu, nazione X, mi applichi una tassa del 10% e io nazione Y rispondo allo stesso modo. La porti al 30% e io faccio lo stesso. Mi bombardi e io ti bombardo. Tu aumenti l’escalation bellica e io faccio altrettanto, o di più. E avanti così...

Nell’Antico Testamento Dio aveva previsto quella che è diventata famosa come ‘la legge del taglione’ (dal latino talio ‘restituzione, compensazione’), una norma in qualche modo già conosciuta dai tempi del codice babilonese di Hammurabi (XVIII secolo a.C.). Leggiamo, dalla prima citazione nel libro dell'Esodo, quello che questa legge prevedeva in caso di un danno causato dal prossimo: "darai vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, scottatura per scottatura, ferita per ferita, contusione per contusione (Esodo 21:23-24). Vista da alcuni come un’autorizzazione alla vendetta, in realtà si trattava di porre dei limiti proprio a questa, stabilendo regole che proteggessero l’innocente, che imponessero di non superare i limiti della compensazione, evitando le rivalse personali (il tutto doveva essere fatto “come determineranno i giudici” – Esodo 21:22) e gli atti di violenza incontrollata. La punizione, che ci doveva essere dopo aver determinato con certezza il fatto, andava però sempre proporzionata al danno subito e mai essere superiore allo stesso.

Gesù però, come farà sempre con i brani presenti nella Legge, arriva al cuore della questione, offrendo una visione spiazzante e rivoluzionaria della stessa: Voi avete udito che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra; e a chi vuol farti causa e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello. Se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera un prestito da te, non voltar le spalle. (Matteo 5:38-42).

Come vediamo, quanto affermato da Gesù va ben oltre la legge mosaica. È rivolto a coloro che vogliono vivere secondo un'altra legge, quella dell’amore, perché “L’amore non fa nessun male al prossimo; l’amore quindi è l’adempimento della legge (Romani 13:10).

Ma è possibile? Può l’uomo vivere in questo modo, rinunciando non solo a vendette personali, ma anche alle giuste rivalse verso i torti subiti? I Vangeli, tutto il Nuovo Testamento, non aboliscono le leggi portate avanti da chi è in autorità, che sono chiamati a esercitare la giustizia con equità, ma si rivolge anche a coloro che vogliono vivere in un modo totalmente diverso, veramente rivoluzionario. Ma lo possono fare solo se sostenuti e guidati dallo Spirito Santo, che viene a vivere e ad agire in tutti coloro che, credendo in Cristo, lo hanno accolto nella loro vita (Efesini 1:13; Atti 2:38).

Mentre i potenti che guidano il mondo vanno ben oltre anche al “occhio per occhio”, portandolo sull’orlo di una situazione drammatica e senza ritorno, quelli che amano il Signore hanno l’esempio di Gesù da seguire, colui che “Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente (1 Pietro 2:23), lasciando a Dio il fare piena giustizia al momento opportuno: “Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini.  Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo[1]». Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Romani 12:17-21).

A ognuno di noi, almeno per quello che riguarda la nostra vita, non rimane che scegliere quale esempio seguire.



[1] Citazione di Proverbi 25:21-22. Sembra riferirsi a un rituale egiziano in cui una persona mostrava il suo pentimento portando una pentola contenente carboni ardenti sulla testa.

 
 
 

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