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Alla fonte della (buona) notizia

Alzi la mano chi non ha ricevuto dei messaggi su uno dei social media che vi sembravano perlomeno dubbiosi e che, dopo aver chiesto lumi in proposito a chi ve lo ha girato, vi sia stato risposto qualcosa del tipo “me lo ha detto mio cugino che ha un amico il cui fratello lavora all’ospedale”! A me è successo varie volte.

È chiaro che messaggi di questo genere, quando non sono volutamente falsi, sono difficilmente attendibili, per il semplice fatto che non sono una fonte diretta. Molti di noi si ricorderanno come da bambini si faceva quel gioco che consisteva nel dire una breve frase all’orecchio di un’altro, che a sua volta faceva la stessa cosa, e via via così finché si chiedeva all’ultimo della catena quale fosse la frase. Il risultato era che la frase era sempre diversa da quella iniziale. Tecnicamente si chiama disturbo di comunicazione.

Se vogliamo buttarla sul ridere, giustificazioni come quella citata all’inizio, ricorda molto una scena del film Totò, Peppino e la malafemmina, quando Totò e Peppino si ritrovano per la prima volta a Milano e devono chiedere dove si trova una certo luogo. Scambiato un vigile urbano per un generale austriaco, Totò si offre di chiedere l’informazione, ovviamente in tedesco. Ai dubbi di Peppino sull’effettiva conoscenza di quella lingua da parte di Totò, quest’ultimo rispondeva “lascia fare a me, ho avuto un amico prigioniero in Germania!”.


Ci sono però notizie che, se non verificate alla fonte, possono mettere a serio rischio la nostra vita. Non solo in questi giorni di fake news riguardo a cure miracolose o fantasiosi consigli riguardanti l’epidemia in corso. Il rischio c’è da sempre, solo che oggi viene amplificato dalla dirompenza e molteplicità dei mezzi di comunicazione. Ma quando c’è in gioco la vita non possiamo e non dobbiamo permettere alle fonti incerte, alle comunicazioni false o prive di fondamento, di mettere a rischio il nostro e l’altrui futuro.

Se questo è valido per la vita terrena, quanto di più lo è per la vita eterna? Certo, possiamo crederci o no a una realtà dopo la morte, ma i fatti dimostrano che anche qui che l'uomo si fida di più delle fonti indirette, del sentito dire. L’argomento è talmente importante che merita uno o due minuti in più di riflessione rispetto alle precedenti meditazioni.


Un bellissimo esempio di informazione corretta, basata su fonti sicure e ricerche approfondite, lo abbiamo dal metodo adottato dall’evangelista Luca prima di scrivere il suo, ispirato, resoconto della vita di Gesù: Poiché molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto compimento in mezzo a noi, come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono testimoni oculari e che divennero ministri della Parola, è parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall’origine, di scrivertene per ordine, eccellentissimo Teofilo, perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate (Luca 1:1-4).

Luca lo ha fatto perché quello che doveva comunicare era la buona notizia della salvezza in Gesù o del giudizio per chi la rifiuta. Cose che hanno a che fare con l’eternità di ogni persona, in ogni tempo. Ed ecco perché presenta il vangelo a un amico solo dopo un’accurata informazione dalle fonti dirette, da coloro che hanno visto, udito, contemplato e toccato la Parola della vita (1 Giovanni 1:1-4).

Dio accompagnò Luca e gli altri scrittori della Parola di Dio in questo cammino di ricerca e promulgazione della verità con la sua diretta ispirazione e azione di controllo: E noi l’abbiamo udita questa voce che veniva dal cielo, quando eravamo con lui sul monte santo. Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori. Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un’interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo (2 Pietro 1:18-21 – vedi anche Geremia 1:12).

L’apostolo Pietro, discepolo durante tutto il ministero pubblico terreno di Gesù e predicatore del vangelo fino alla fine della sua vita, ci avvisa però anche riguardo a quanti diffondono un falso vangelo: Però ci furono anche falsi profeti tra il popolo, come ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina immediata. Molti li seguiranno nella loro dissolutezza; e a causa loro la via della verità sarà diffamata. Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna già da tempo è all’opera e la loro rovina non si farà aspettare (2 Pietro 2:1-3).

Di appelli simili è piena la Parola di Dio, come vediamo dai seguenti brani, che vi invitiamo caldamente a leggere (1 Giovanni 4:1; Galati 1:6-10; 2 Corinzi 11:4; 2:17).


Nelle mani di chi stiamo ponendo la nostra fiducia? A chi ci affidiamo per sapere quello che riguarda la salvezza e la vita eterna? Dove possiamo trovare una risposta sicura su chi può perdonare i nostri peccati? Stiamo andando alle origini del messaggio del vangelo o ci affidiamo ad altre fonti? E qual è la fonte che riteniamo attendibile?

Alla legge! Alla testimonianza! Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui nessuna aurora! (Isaia 8:20); Ora questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così (Atti 17:11).


Ringraziamo il Signore che ci ha lasciato la sua Parola come fonte salda e sicura a cui tutti possiamo attingere, senza intermediari, per conoscere il piano di Dio e verificare la genuinità delle cose che ci vengono insegnate. Possiamo poi anche indicarla agli altri come risposta certa e vera, come l’unico vangelo, l’unica buona notizia per la salvezza dell’uomo: Non ho già da tempo scritto per te consigli e insegnamenti per farti conoscere cose certe, parole vere, perché tu possa rispondere parole vere a chi ti interroga? (Proverbi 22:20-21).


Voi dunque, carissimi, sapendo già queste cose, state in guardia per non essere trascinati dall’errore degli scellerati e scadere così dalla vostra fermezza; ma crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in eterno. Amen. (2 Pietro 3:17-18).


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