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Nato per farci felici

Questi sono giorni indubbiamente particolari. Oggi è un giorno particolare, spesso dai sentimenti contrastanti. Lo è perché molti festeggiano in famiglia, anche se non sempre è un momento privo di tensioni. Lo è per chi è solo, perché forse oggi si sente più solo che mai, nonostante tutte le luci e le città addobbate a festa; o perché, almeno in questo giorno, qualcuno si ricorda di lui. Lo è per chi ha ricevuto un regalo, più o meno importante, perché, in fondo, un regalo fa sempre piacere. Un dono, infatti, dovrebbe sempre portare gioia, almeno un po’, a chi lo riceve.

C’è chi, nel corso della storia, ha visto nella nascita di Gesù un motivo di gioia, di grande gioia, fin dall’annuncio di quella nascita. C’erano quelli che erano venuti da molto lontano per essere presenti a quell’evento, guidati da una stella e “quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia (Matteo 2:10). È la prima volta che nei Vangeli, e quindi nel Nuovo Testamento, si parla di gioia, ed è legata proprio a quell’evento specifico, al momento della venuta in questo mondo del Figlio di Dio, di un bambino che sarà ricordato per l’eternità come Re dei re e Signore dei signori (Apocalisse 17:14; 19:16).

C’erano anche dei pastori vicino a Betlemme, il piccolo borgo in cui è nato Gesù, e anche a loro viene annunciata quella nascita: E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. L’angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore. (Luca 2:9-11).

Il motivo di questa grande gioia? La risposta è chiara: è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore”. È nella salvezza in lui che abbiamo la fonte della gioia. Quel piano di salvezza, che si realizza fin dalla nascita di Gesù e culmina con la sua vittoria sulla morte dopo il suo sacrificio. E sarà ancora in quella occasione che coloro che trovarono la tomba vuota ebbero una “grande gioia” (Matteo 28:8), la stessa grande gioia che provarono i discepoli che poi lo videro risalire al Padre, vivente e vittorioso (Luca 24:52).

Gesù è quindi nato per dare gioia e rendere felici tutti quelli che vanno a lui. Sì, perché bisogna andare da lui. I magi hanno seguito delle indicazioni, i pastori hanno ascoltato un invito e sia gli uni che gli altri sono andati all’incontro con Gesù, alla fonte della loro gioia (Matteo 2:9; Luca 2:15-16).

Anche oggi, ognuno di noi è chiamato allo stesso modo a rispondere a quelle indicazioni, a quell’invito, a quella “buona notizia”, al “vangelo della vostra salvezza” (Efesini 1:13) che ci viene rivolto.

E quando si incontra Gesù, quando si capisce che è nato colui che vuole renderci felici per l’eternità per mezzo della sua opera, si fa ciò che magi e pastori hanno fatto: si adora Gesù e si dà lode a Dio Padre che ha donato il figlio suo per noi (Matteo 2:11; Luca 2:20).

È stato giustamente detto che «il Vangelo ha lo scopo, prima di ogni altra cosa, di promuovere e creare abbondantemente la gioia più grande possibile nel cuore umano» (Charles Spurgeon). Tutti noi abbiamo un immenso bisogno di andare incontro a quella gioia, di abbracciarla, di farla nostra con un atto di piena accettazione. E quando ci saranno momenti tristi, difficili, possiamo attingere di nuovo a quella fonte di gioia sicura e immutabile. Possiamo, come il re Davide, chiedergli di rinnovare in noi la gioia per la sua salvezza (Salmo 51:12), consapevoli che “la gioia del SIGNORE è la vostra forza” (Neemia 8:10).

Sì, Gesù è nato per donarci la gioia della sua salvezza, per fare di quella gioia il sostegno della nostra vita terrena e per condividere con noi la sua stessa gioia, come ha chiesto al Padre: «Ma ora io vengo a te; e dico queste cose nel mondo, affinché abbiano compiuta in sé stessi la mia gioia. (Giovanni 17:13).

Facciamo quindi del Natale di Gesù il nostro natale, il giorno della rinascita a quella nuova vita che Gesù vuole donarci. Con gioia, per la nostra gioia.


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