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Assenza fisica e presenza spirituale

In questo periodo di forzata lontananza, e in attesa di rivederci tutti insieme al più presto, possiamo e dobbiamo considerare la nostra vicinanza spirituale, quella che ci lega a Cristo e gli uni agli altri, come qualcosa di ancora più forte e reale della presenza fisica.

Del resto, come ben sappiamo, il fatto che noi non abbiamo fisicamente il Signore Gesù qui con noi, non ci impedisce di amarlo e gioire in lui, come ben ci ricorda Pietro: Benché non lo abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa (1 Pietro 1:8).

Questo deve valere anche per i membri della famiglia di Dio. Paolo, a causa dei suoi viaggi e dei suoi periodi di allontanamento forzato, come la prigionia, era spesso lontano da fratelli con cui avrebbe voluto stare per condividere la vita comune come figli di Dio. Questo sentimento, questo desiderio, Paolo lo esprime nelle sue lettere, e non solo in quelle scritte dal carcere (Efesini, Filippesi, Colossesi e Filemone): Dio, che servo nel mio spirito annunciando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che faccio continuamente menzione di voi chiedendo sempre nelle mie preghiere che in qualche modo finalmente, per volontà di Dio, io riesca a venire da voi. Infatti desidero vivamente vedervi per comunicarvi qualche dono, affinché siate fortificati; o meglio, perché quando sarò tra di voi ci confortiamo a vicenda mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io. (Romani 1:9-12; vedi anche Romani 15:22-24)

Paolo, e quelli che erano con lui, erano però altresì convinti che l’assenza fisica non comportasse lontananza affettiva e spirituale, presentandoci il suo esempio e la sua esperienza personale:

Quanto a noi, fratelli, privati di voi per breve tempo, di persona ma non di cuore, abbiamo tanto più cercato, con grande desiderio, di vedere il vostro volto. (1 Tessalonicesi 2:17)

sebbene sia assente di persona, sono però con voi spiritualmente, e mi rallegro vedendo il vostro ordine e la fermezza della vostra fede in Cristo. Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui; radicati ed edificati in lui, saldi nella fede, come vi è stata insegnata, e abbondando nel ringraziamento. (Colossesi 2:5-7)

Il desiderio nostro deve essere quello di Paolo: una comunione reale, affettiva e spirituale, non compromessa dalla lontananza o assenza personale, che diventa gioia nel vedere fratelli e sorelle in Cristo rimanere saldamente ancorati al Signore e ai suoi insegnamenti, operanti per lui e pieni di riconoscenza per quello che abbiamo in lui. Consapevoli quindi che niente, lontananza forzata, persecuzione o virus che sia, potrà far venire meno la comunione spirituale con lui e fra di noi.

Approfittiamo quindi di questo momento di allontanamento personale, per rinsaldare la comunione con Dio e tra di noi, attraverso la meditazione della Parola di Dio, personale e di famiglia, la preghiera gli uni per gli altri e i contatti personali con i mezzi che Dio ci mette a disposizione.

Se ancora non hai sperimentato la comunione personale con Dio, questo è il momento per rivolgerti a Lui e chiedergli di di ricevere il dono della sua salvezza e di accoglierti nella sua famiglia (Giovanni 1:12; Romani 10:9-10; Efesini 2:8-9, 19).




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