Da ormai varie settimane siamo obbligati quando usciamo ad avere con noi un’autocertificazione che attesti non solo i nostri dati personali, ma anche le motivazioni dei nostri spostamenti. Per cercare di bypassare le poche ragioni per cui ci è concesso di uscire, molti si sono ingegnati con le più assurde giustificazioni. C’è chi deve portare fuori il criceto, chi deve dare da mangiare ai piccioni, chi è costretto a uscire perché a casa fanno le pulizie, e chi più ne ha più ne metta, il limite è solo la fantasia!
Ora è anche possibile accedere a certi fondi o sussidi, sempre solo sulla base di un’autodichiarazione. Chiaro che, pur di ottenere qualcosa, qualcuno potrebbe approfittarne fornendo una dichiarazione falsa. Se le cose funzioneranno come dovrebbero, verranno fatti dei successivi controlli e quelli che hanno dichiarato il falso dovrebbero subirne le conseguenze. Grande lavoro per gli avvocati…
Ma oltre a quelli che dicono di essere o fare ciò che non sono o fanno, ci sono anche molti che pensano di essere quello che in realtà non sono. Un po’ di auto convincimento, un po’ di superficialità, una spruzzata abbondante di orgoglio e una manciata di paragone con altri che consideriamo in qualche modo peggiori o minori, ed ecco che il micidiale mix produce un profilo molto lontano dalla realtà. “Lei non sa chi sono io!”, potrebbe essere il loro motto.
E noi, come ci autocertifichiamo? Se dovessimo dire chi siamo a Dio, cosa diremmo? Solo una lunga sequela di titoli e meriti o avremmo l’onestà e la lucidità di presentarci per quello che realmente siamo, ammettendo quello Dio ci dice di essere? Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi… Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi (1 Giovanni 1:8, 10).
L’apostolo Paolo, pur consapevole di quello che era prima della conversione, di quale è stata la sua esperienza successiva e diretta con il Signore, dichiara sempre la sua totale insufficienza davanti alla grandezza di Dio (2 Corinzi 11:22-30; Filippesi 3:4-8; 1 Timoteo 1:15-16).
Ed è lui che ci invita quindi a non perdere di vista quello che realmente siamo: Infatti se uno pensa di essere qualcosa pur non essendo nulla, inganna sé stesso. Ciascuno esamini invece l’opera propria; così avrà modo di vantarsi in rapporto a sé stesso e non perché si paragona agli altri. (Galati 6:3-4; vedi anche Proverbi 3:7); Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio… (Romani 12:3).
Se poi lode per la nostra persona o il nostro operato ci deve essere, non dovrebbe venire certo da noi stessi, ma semmai da altri: Altri ti lodi, non la tua bocca; un estraneo, non le tue labbra (Proverbi 27:2).
Ma quello a cui dovremmo ambire più di ogni altra cosa, è l’ottenimento di una lode più ‘alta’, da ricevere al momento del nostro incontro con il Signore, “il quale metterà in luce quello che è nascosto nelle tenebre e manifesterà i pensieri dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio” (1 Corinzi 4:5; vedi anche Galati 6:7).
Solo davanti a una autocertificazione vera e onesta, otterremo quello che ci è stato preparato come dono e avremo sempre chi è pronto ad attestare e difendere la nostra nuova realtà: Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità… e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto (1 Giovanni 1:9; 2:1)
Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?… Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore (Romani 8:33-36, 37-39).
Autocertifichiamoci onestamente e resisteremo a qualsiasi verifica successiva. Parola d’Avvocato.
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