E se il viaggio fosse un’incognita? Se dovessimo partire per un luogo o un’esperienza senza sapere bene dove ci porterà? A volte può succedere, magari non sempre volontariamente. In molti ora, in questa nuova crisi, devono provare a reinventarsi la vita e questo può portare su strade nuove e sconosciute e dall’esito incerto.
Abramo viveva bene e, a parte la mancanza di un figlio che non era arrivato, conduceva una vita agiata e sicura. Lui e sua moglie erano ormai piuttosto avanti con gli anni e quello sembrava il luogo e la situazione in cui avrebbero vissuto l’ultima fase della loro vita. Ma ecco che all’improvviso arriva una chiamata da parte di Dio: Il SIGNORE disse ad Abramo: «Va’ via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va’ nel paese che io ti mostrerò; io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione (Genesi 12:1-2).
Dio chiede ad Abramo di partire e lo fa scandendo bene le tre situazioni che si sarebbe lasciato alle spalle, in un crescendo di difficoltà emotiva:
Va’ via dal tuo paese … lasciare il luogo dove aveva vissuto per lungo tempo, un luogo dove erano certamente pochi coloro che avevano fede in Dio, ma che era pur sempre il posto dove viveva e lavorava e dove aveva prosperato. Non sarebbe stato facile lasciare quel paese.
Va’ via… dai tuoi parenti… la grande cerchia dei familiari, persone a lui legate da parentela, spesso da origini comuni, una comunità su cui fare affidamento nelle varie fasi della vita.
Va’ via… dalla casa di tuo padre… le relazioni più intime, quelle più vicine, le persone con le quali è cresciuto. È difficile lasciare tutto questo, e lo sanno bene tutti coloro che sono stati costretti a emigrare, a lasciare terra e affetti per affrontare un viaggio pieno di incertezze.
… e va’ nel paese che io ti mostrerò Quale paese? Dio non glielo dice, non ora. Ma, "Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava" (Ebrei 11:8).
Quello che caratterizzò il viaggio di Abramo fu l’ubbidienza e la fede nelle parole di Dio: io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione e “in te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Genesi 12:3). Una incredibile promessa, ma alla quale, proprio perché incredibile, bisogna credere con una fede non comune e con un’ubbidienza conseguente.
Nel suo lungo viaggio Abramo vide la sua fede messa alla prova in varie circostanze, anche estreme, ma sebbene talvolta vacillante, conservò la fede in un Dio che si sarebbe dimostrato degno di totale fiducia e che adempì le sue promesse.
Anche a noi Dio chiede di ascoltarlo, avere fede in lui e di ubbidirgli. Anche noi siamo chiamati a muoverci da una situazione all’altra per andare con fede in una strada di cui forse oggi non riusciamo a vedere bene i contorni. È un viaggio unico e magnifico, che, nel nostro caso, potrebbe non farci muovere da dove siamo e viviamo, ma da come viviamo.
Un viaggio che però è accompagnato dalle promesse incredibili di Dio. Quello che Dio chiede a ognuno di noi è di imparare dalla fede di Abramo, per ricevere un’eredità che è stata promessa a tutti coloro che credono per fede, senza altri meriti o opere da mostrare o da adempiere: Perciò l’eredità è per fede, affinché sia per grazia, in modo che la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che è sotto la legge, ma anche per quella che discende dalla fede di Abraamo. Egli è padre di noi tutti (com’è scritto: «Io ti ho costituito padre di molte nazioni») davanti a colui nel quale credette, Dio, che fa rivivere i morti e chiama all’esistenza le cose che non sono. Egli, sperando contro speranza, credette, per diventare padre di molte nazioni, secondo quello che gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Senza venir meno nella fede, egli vide che il suo corpo era svigorito (aveva quasi cent’anni) e che Sara non era più in grado di essere madre; però, davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli ha promesso, è anche in grado di compierlo. Perciò gli fu messo in conto come giustizia. Or non per lui soltanto sta scritto che questo gli fu messo in conto come giustizia, ma anche per noi, ai quali sarà pure messo in conto; per noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore, il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione (Romani 4:16-25).
La fede di Abramo ci porta a Gesù e la fede nella persona e l’opera di Gesù, ci porta al dono di una eredità che può diventare nostra già ora, ma che, come ogni eredità, doveva prevedere la morte di colui che la dà. Tutti coloro che credono in Dio come Abramo, diventano figli di Dio e quindi eredi (Romani 8:17) ed entrano a far parte di un grande popolo, una grande nazione senza terra e confini che è stata benedetta da Dio.
A volte il viaggio della nostra nuova vita non sarà facilissimo, ci saranno prove e incognite, ma se decidiamo di affrontarlo, se ascoltiamo la voce di Dio che ci spinge a muoverci con lui con fede e ubbidienza, non solo saremo benedetti, ma potremmo essere di benedizioni per altri.
In fondo, si tratta di un viaggio verso la vita. Un buon viaggio.
Comments