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Che niente vada perso

Sappiamo che un grosso problema che affligge il mondo, in particolare il mondo occidentale e più ricco, è lo spreco alimentare. Si calcola che un terzo del cibo destinato al consumo alimentare umano venga buttato. Ma non solo il cibo viene buttato...

Come dirigente in viaggio, Shawn Seipler si è posto una strana domanda. Che fine fanno gli avanzi di sapone nelle camere d'albergo? Buttate in discarica come rifiuti, milioni di saponette potrebbero invece trovare una nuova vita, pensava Seipler. Così ha lanciato Clean the World, un'impresa di riciclaggio che ha aiutato più di ottomila hotel, compagnie di crociera e resort a trasformare milioni di chili di sapone scartato in saponette sterilizzate e modellate ex novo. Inviato alle persone bisognose in più di cento Paesi, il sapone riciclato aiuta a prevenire innumerevoli malattie e decessi legati all'igiene.

Come ha detto Seipler: "So che sembra buffo, ma quella saponetta sul bancone della vostra camera d'albergo può letteralmente salvare una vita" (da Our Daily Bread).

E così fanno varie associazioni che raccolgono il cibo ancora buono da negozi e supermercati e che altrimenti verrebbe buttato, per distribuirlo poi a chi ne ha bisogno.

Gesù, dopo aver sfamato miracolosamente una folla di migliaia di persone con cinque pani d'orzo e due piccoli pesci, si preoccupò anche degli avanzi Quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché niente si perda». (Giovanni 6:12). Anche in questo il nostro Signore era avanti di millenni in problemi che il mondo si pone solo ora... anche in una situazione di abbondanza, le 12 ceste di cibo avanzate non dovevano andare perse (Giovanni 6:13).

Ma Gesù fa così anche con le persone. Quelli che hanno accettato la sua salvezza, quelli che sono frutto della sua opera miracolosa, non vengono persi, nemmeno uno.: Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell’ultimo giorno. (Giovanni 6:39; vedi anche Giovanni 18:9). Qui troviamo lo stesso verbo ‘perdere’ di Giovanni 6:12, usato nello stesso contesto, dopo aver parlato di se stesso come "il pane della vita" (Giovanni 6:35).

Nello stesso contesto però Gesù specificò che qualcosa, anzi qualcuno si sarebbe perso, quello che è chiamato “figlio della perdizione” (sostantivo della stessa radice del verbo ‘perdere’ dei versetti precedenti): Mentre io ero con loro, io li conservavo nel tuo nome; quelli che tu mi hai dati, li ho anche custoditi, e nessuno di loro è perito, tranne il figlio di perdizione, affinché la Scrittura fosse adempiuta. (Giovanni 17:12). Si tratta di Giuda, di colui che nonostante la vicinanza a Gesù, dimostrò di non essere mai stato un vero discepolo, di non aver mai veramente creduto in lui (notare: l’espressione “figlio di perdizione” è usata solo qui e poi per l’anticristo in 2 Tessalonicesi 2:3). Chi non crede, chi si oppone a Dio e rifiuta Gesù, è già perso.

Per chi invece accoglie per fede Gesù, può essere certo che non verrà mai 'perso', ma che invece, come abbiamo letto, verrà “custodito” per la vita eterna (vedi anche 1 Pietro 1:3-5). Inoltre, anche nella nostra vita sulla terra, anche quando ci si sente uno scarto rispetto ad altri, il Signore non ci vede mai come vite sprecate. Per Gesù non siamo mai persone da buttare. Come ha preso il nostro vecchio uomo e lo ha fatto diventare nuovo (2 Corinzi 5:17), così può prendere la nostra vecchia vita e metterla a frutto. Da quella che era, e che Paolo definiva “spazzatura” (Filippesi 3:8), ne ha fatto non un rifiuto, uno scarto inutile, ma uno strumento prezioso nelle sua mani, rendendo noi stessi portatori del pane della vita che sfama la fame spirituale di tutti coloro che vogliono cibarsene.


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