Ci siamo, da oggi è in vigore il green pass senza il quale non sarà possibile accedere ai posti di lavoro pubblici e privati. Sono tanti i lasciapassare necessari che usiamo da sempre per poter accedere ad attività, viaggi, cure mediche o quant’altro, documenti che attestino la nostra identità o il nostro diritto a godere di certi diritti: passaporto, carta d’identità, codice fiscale, tessera sanitaria, visti per certi paesi o certificati di vaccinazioni per altri con malattie endemiche, ecc...
C’è però un pass senza il quale non si può accedere alla presenza di Dio. Nel vangelo di Luca (16:19-31) è raccontata la storia di due personaggi, un ricco e un mendicante, entrambi appena defunti, ma dal destino ben diverso. Il ricco si ritrovò in un luogo di sofferenza, mentre il mendicante in un luogo di beatitudine. Tra i due era “posta una grande voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi” (v. 26). Non fu la sorte o lo stato sociale a determinare la loro destinazione, ma la loro scelta di fede fatta mentre erano ancora in vita. Serviva un pass che solo l’accettazione gratuita e per fede della soluzione proposta da Dio e messa in atto in Gesù, poteva concedere. Il ricco evidentemente mentre era ancora in vita si sentiva autosufficiente, senza la necessità di pensare al suo stato spirituale, ma solo a quello materiale, come vediamo in altri racconti dei Vangeli (Luca 12:15-21). È proprio per quelli come loro che ripongono “la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze” (1 Timoteo 6:17) che Gesù disse: È più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio (Marco 10:25). No, di lì non si passa.
Ovviamente questo non vale solo per i ricchi, ma per tutti quelli che pensano di non avere bisogno di un lasciapassare per il cielo, pur se gratuito, e che le cose si sistemeranno da sole o che non c’è nulla di cui preoccuparsi e quindi nessun pass da dover ottenere ed esibire.
Nel colloquio tra il ricco e Abraamo del brano di Luca 16, il ricco cerca di trovare una soluzione almeno per i suoi familiari ancora in vita: Ed egli disse: “Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli, affinché li avverta, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento”. Abraamo disse: “Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli”. Ed egli: “No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvederanno”. Abraamo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita”». (Luca 16:27-31)
La risposta di Abraamo è eloquente e chiara: è tramite la fede che nasce dall’ascolto della Parola di Dio, di quello che Mosè e i profeti prima e gli autori del Nuovo Testamento poi hanno scritto, per volontà e ispirazione di Dio (2 Pietro 1:20-21), che si ottiene il pass necessario alla salvezza. Sono quelle “sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù” (2 Timoteo 3:15), perché “la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo” (Romani 10:17). Gesù ha provveduto il vaccino per la vita eterna, con un sacrificio personale, ora noi per fede dobbiamo accettare quanto da lui fatto e che troviamo scritto nella Parola che ha voluto lasciarci, l’unica fonte vera e sicura, l’unica che dà le istruzioni precise per il pass per il cielo, certi che “In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l’ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo” (2 Pietro 1:11).
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