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Fuori dal pozzo

L’ennesimo caso di un bambino caduto in un pozzo che, nonostante gli enormi sforzi fatti per salvarlo, ha avuto un esito tragico, ha riportato alla mente altri eventi simili, come quello successo in Italia nel 1981. In entrambi i casi, e in altri di questo genere, c’erano purtroppo anche delle gravi responsabilità di chi non aveva chiuso a dovere i pozzi.

Nel libro dell’Esodo troviamo delle norme che mettevano in guardia circa la necessità di coprire opportunamente ogni tipo di fossa, pozzo o cisterna, prevedendo anche una pena per chi violasse tale regola (Esodo 21:33-34). In quel caso, trattandosi di animali, il danno poteva essere ripagato, ma certamente così non è se c'è la perdita di una vita umana.

Famoso poi il brano in cui il profeta Geremia viene gettato in una cisterna, che doveva essere usata come riserva d’acqua, ma che di fatto sul fondo aveva solo fango nel quale Geremia era sprofondato. In quel caso si riuscì, fissandolo con delle funi e mettendo degli stracci sotto le ascelle, a riportarlo in superficie e salvarlo (Geremia 38:6-13). Geremia rievocherà quell'esperienza nel libro delle Lamentazioni (3:53-55).

La Scrittura però usa l’immagine del cadere o essere dentro un fosso, in un luogo fangoso, anche come metafora della situazione disperata in cui si può trovare l’uomo: Salvami, o Dio, perché le acque mi sono penetrate fino all’anima. Sprofondo in un pantano senza trovare sostegno; sono scivolato in acque profonde e la corrente mi travolge... Salvami dal pantano, perché io non affondi! Liberami da chi mi odia e dalle acque profonde. Non mi sommerga la corrente delle acque, non m’inghiottisca il vortice, non chiuda il pozzo la sua bocca su di me! (Salmo 69:1-2, 14-15).

Situazioni da cui non sembra esserci via di uscita, nelle quali si rischia di essere travolti e sommersi. Tutto quello che umanamente si può fare sembra essere inutile e, anzi, fa sprofondare sempre più. E allora si eleva la preghiera a Dio... O SIGNORE, io grido a te da luoghi profondi! (Salmo 130:1).

Non è l’essere caduti nel pozzo la vera disgrazia, ma il ritrovarsi senza nessuno che voglia e sappia come tirartene fuori, che può portare alle disperazione. Se in questo momento della tua vita ti sembra di essere lì, sul fondo, senza via d’uscita, ma aspettando solo che qualcuno si accorga di te, che venga a liberarti, a tirarti fuori dal buio e dal pantano in cui sei immerso... guarda verso l’alto, verso la luce.

Qualunque sia la causa per cui sei arrivato lì, per quanto profondo possa essere il pozzo, prova a confidare in colui che sta già allungando il tuo braccio verso di te: Sono sprofondato fino alle radici dei monti, la terra ha chiuso le sue sbarre su di me per sempre; ma tu mi hai fatto risalire dalla fossa, o SIGNORE, mio Dio! (Giona 2:7). Condividi la stessa esperienza di liberazione che molti, nella tua stessa situazione, hanno vissuto prima di te, la meravigliosa esperienza di un Dio che ti salva: Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dal pantano fangoso; ha fatto posare i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. (Salmo 40:2).



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