Giorni fa è morto John Lewis, uno dei più importanti attivisti per i diritti civili degli afro-americani. Cristiano battista, è stato a fianco di Martin Luther King fin da giovanissimo e ha poi proseguito le sue battaglie per tutta la sua vita. Il Corriere della Sera ha riportato, citando la newsletter Axios, la seguente testimonianza di Andrew Young ex ambasciatore Usa all'Onu, suo amico e concittadino di Atlanta: «John non ti convinceva con gli argomenti. Ti convinceva con la sua vita. E non aveva nemmeno una striscia di violenza nel corpo. Ed era sempre pronto a perdonare, sempre disposto all'amore, sempre comprensivo. E non ti faceva mai sentire in colpa. Ma ti faceva sentire responsabile». (Il Punto del Corriere della Sera, 18/07/20).
Quello che vogliamo maggiormente sottolineare di questa affermazione è l’evidente coerenza di vita di Lewis, più convincente degli argomenti, delle dichiarazioni verbali. Già, perché la coerenza parla, la testimonianza di una vita vissuta in piena aderenza con le proprie idee e parole, convince più di una qualunque, se pur importante, argomentazione. Al contrario, è l’ipocrisia, la discrepanza tra ciò che si dice, ciò che si afferma di essere, e la realtà della vita vissuta, a rendere vana ogni affermazione.
Gesù era pronto a perdonare ogni genere di peccatore pentito, non mostrava nessun pregiudizio davanti a nessuno, prostituta o truffatore che fosse. Sarà solo davanti all’ipocrisia di certi religiosi, alla loro incoerenza di vita, che Gesù usò le parole più dure che noi troviamo nei vangeli: Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché divorate le case delle vedove e fate lunghe preghiere per mettervi in mostra; perciò riceverete una maggiore condanna. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché viaggiate per mare e per terra per fare un proselito; e quando lo avete fatto, lo rendete figlio della geenna il doppio di voi…
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta, dell’aneto e del comino e trascurate le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia e la fede. Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre. Guide cieche, che filtrate il moscerino e inghiottite il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, mentre dentro sono pieni di rapina e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere e del piatto, affinché anche l’esterno diventi pulito. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d’ossa di morti e d’ogni immondizia. Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità (Matteo 23:13-15; 23-28).
L’ipocrita (greco hupokritēs ‘attore, simulatore’) è proprio colui che recita una parte. Ripetiamo, gli insegnamenti possono anche essere buoni, ma sono le motivazioni e l’incoerenza personale che li rendono inefficaci, come ben evidenziava ancora Gesù: Fate dunque e osservate tutte le cose che vi diranno, ma non fate secondo le loro opere; perché dicono e non fanno. Infatti legano dei fardelli pesanti e difficili da portare e li mettono sulle spalle della gente; ma loro non li vogliono muovere neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere osservati dagli uomini … amano i primi posti nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe, i saluti nelle piazze ed essere chiamati dalla gente: “Rabbì!” (Matteo 23:2-7). Costoro non solo risponderanno della loro finzione ipocrita, ma purtroppo allontanano da Dio quelli che con sincerità e semplicità di cuore li hanno ascoltati o seguiti, prima di scoprire la loro doppiezza d’animo e di vita (Romani 2:17-24).
Giovanni Battista ebbe un ruolo unico nella storia dell’umanità, quello da fare da precursore a Gesù, all’inizio della sua attività terrena. Giovanni parlò di Gesù, del suo ruolo, ma non fece nessun miracolo, nessuna opera potente. Dopo la sua morte violenta, molti però andarono da Gesù a testimoniare della coerenza di Giovanni: Gesù se ne andò di nuovo oltre il Giordano, dove Giovanni da principio battezzava, e là si trattenne. Molti vennero a lui e dicevano: «Giovanni, è vero, non fece nessun segno miracoloso; ma tutto quello che Giovanni disse di quest’uomo era vero». E là molti credettero in lui. (Giovanni 1:40-42).
Sicuramente non tutti crederanno alle nostre parole mentre annunciamo il vangelo, mentre presentiamo Gesù, ma se alla nostra testimonianza aggiungiamo una coerenza di vita, aderente al messaggio che portiamo, se non ci vergogniamo di mostrare le nostre debolezze, se non ci nascondiamo dietro a una maschera ipocrita, se non siamo come quelli che, con non solo con le loro parole, ma anche con le loro azioni, “falsificano la parola di Dio; ma parliamo mossi da sincerità, da parte di Dio, in presenza di Dio, in Cristo” (2 Corinzi 2:17), allora ci saranno quelli che crederanno che quello che abbiamo detto di Gesù è vero, che non c'è nessuno tornaconto personale, nessun doppio gioco, nessuna recitazione.
L’amore sia senza ipocrisia. (Romani 12:9); Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità (1 Giovanni 3:18)... Sbarazzandovi … dell’ipocrisia (1 Pietro 2:1).
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