Si dovrebbe sempre fare attenzione ai segnali che ci vengono dati. Sono avvisi, indicazioni che in alcuni casi possono rivelarsi vitali per la nostra stessa esistenza.
Se guardiamo a quello che la Parola di Dio ci dice riguardo a Gesù, scopriamo che ci sono diversi segni che vengono descritti e che lo riguardano direttamente. In questi giorni è particolarmente importante ricordare almeno quelli che hanno preceduto e accompagnato la sua nascita.
Nel libro del profeta Isaia, scritto circa 700 anni prima della nascita di Gesù, troviamo il primo segno: Perciò il Signore stesso vi darà un segno: ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele (Isaia 7:14). Il riferimento profetico a Gesù ci viene confermato poi nei vangeli: Tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele», che tradotto vuol dire: «Dio con noi». (Matteo 1:22-23).
Questo segno ci rivela almeno due cose importantissime: la prima è che la nascita di Gesù è qualcosa di miracoloso, di unico nella storia, qualcosa di impossibile per qualunque essere umano. Infatti si tratta di Dio, di Dio che si fa uomo, attraverso il ventre di una vergine. La seconda è che questo miracolo è per noi, riguarda noi. Ci dice che Dio è venuto ad abitare per un tempo fra gli uomini, per stare con noi. Lui è l’Emmanuele, “Dio con noi”, e noi dovremmo considerare seriamente cosa questo voglia dire per la nostra vita, cosa significhi che Dio viene da noi, in mezzo a noi, per stare con noi.
Il secondo segno collegato alla nascita di Gesù lo troviamo nel vangelo di Luca: L’angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore. E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia” (Luca 2:10-12).
Questo segno ci ricorda che Gesù, Dio con noi, il Salvatore, il Cristo promesso, il Signore, non è nato nei palazzi dei re, ma in una mangiatoia, perché altrove non c’era posto per la sua venuta al mondo (Luca 2:7). E anche qui dovremmo riflettere su dove pensiamo di trovare Gesù, se c’è un luogo speciale, privilegiato, riservato a pochi, o se lo possiamo cercare dove anche il più misero di noi lo può trovare. Considerando poi se abbiamo fatto posto nella nostra vita per invitare colui che viene per salvarci.
Il terzo segno è sempre nel vangelo di Luca, pochi versetti dopo: E Simeone li benedisse, dicendo a Maria, madre di lui: «Ecco, egli è posto a caduta e a rialzamento di molti in Israele, come segno di contraddizione (e a te stessa una spada trafiggerà l’anima), affinché i pensieri di molti cuori siano svelati». (Luca 2:34-35).
La venuta di Gesù è un segno che porta a rivelare quello che c’è nel cuore dell’uomo. E sarà un segno contraddittorio, perché alcuni crederanno in lui mentre altri lo rifiuteranno. È un segno che richiede un sì oppure un no come risposta. Non esiste una terza via, quella dell’indifferenza, della non scelta. Non esiste nemmeno la possibilità di finzione, di religiosità esteriore, della fede delle feste comandate, ma solo la realtà di quello che noi ne abbiamo fatto di lui, del Dio fatto uomo, del suo venire in mezzo a noi per essere nostro Signore e Salvatore.
Come abbiamo detto, nella Scrittura sono descritti molti altri segni che Gesù ci ha lasciato: i segni espressi con i suoi miracoli, i segni collegati alla sua morte e resurrezione, i segni del suo ritorno e molti altri ancora, come ci ricorda il vangelo di Giovanni: Ora Gesù fece in presenza dei suoi discepoli molti altri segni miracolosi, che non sono scritti in questo libro; ma questi sono stati scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome. (Giovanni 20:30-31).
Gesù ci ha lasciato dei segni importanti, a cui dobbiamo una risposta. Quindi... che segno ha lasciato Gesù nella nostra vita? Che segno lascerà quella nascita, e tutto ciò che ne è seguito, in quello che noi chiamiamo Natale?
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