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Il fragile equilibrio

Mesi di forte tensione, di isolamento forzato, preoccupazione per l’oggi e per il domani possono lasciare il segno. Gli psicologi lanciano l’allarme della possibile bomba emotiva che potrebbe esplodere nella vita di molti.

Da tempo gira un bellissimo video, registrato durante una puntata di uno dei tanti talent show che spopolano sulla TV di mezzo mondo (riproposto in varie versioni e con diversi protagonisti, qui Miyodo Shiga Rigolo, ma che dovrebbe aver avuto come primo esecutore il circense Mädir Eugster, artista del Cirque du Soleil). Un’esibizione diversa, toccante. La riproponiamo qui sotto chiedendovi di dedicarle qualche minuto, guardandola fino alla fine. La useremo poi per la nostra riflessione di oggi.


Questa bella performance ci mostra la costruzione di un'opera che si sostiene grazie a un precario equilibrio tra i vari elementi. Anche la nostra vita, senza che ce ne rendiamo pienamente conto, si regge grazie a un perfetto, ma fragilissimo, equilibrio tra i vari elementi che la compongono. Nessuno degli organi del corpo umano, esterni o interni, può sostenersi da solo. Hanno bisogno l'uno dell'altro, come ben ci viene spiegato anche scientificamente: «È di fondamentale importanza osservare che l'organismo viene ad essere scomposto in tanti apparati, questi in organi e poi in tessuti per pura necessità didattica, perché non sarà mai abbastanza ricordato che ogni essere vivente è un organismo unico, nel quale non è possibile che un organo si mantenga isolato dagli altri e nel quale tutti concorrono, in misura diversa, alle necessità della vita, ed in armonia completa, alla estrinsecazione delle funzioni indispensabili a mantenerla sempre efficiente. La mancanza di partecipazione, parziale o totale, d'uno o più organi al complesso unitario, rende la vita dell'individuo limitata, deficiente o addirittura può non permetterla affatto e quindi produrre la morte di esso» (I. Fazzari, E. Allara, 1980, Anatomia umana sistematica, USES: pp. 16-17).


Che poi l'uomo sia un essere fragile lo sappiamo da sempre e lo abbiamo davanti ai nostri occhi in maniera lampante in questi giorni, dove è bastato che un virus (le cui particelle infettive virali hanno una dimensione di circa 600 volte inferiore al diametro di un capello umano!) si propagasse da un essere all'altro per provocare una pandemia con milioni di contagiati e centinaia di migliaia di vittime. Se qualcuno non ne fosse ancora consapevole, Dio ci invita a rifletterci sopra: O SIGNORE, fammi conoscere la mia fine e quale sia la misura dei miei giorni. Fa’ che io sappia quanto sono fragile (Salmo 39:4).

La Parola di Dio ci racconta questa fragilità umana in modo chiaro e suggestivo, che Dio conosce molto bene: L’uomo è simile a un soffio, i suoi giorni sono come l’ombra che passa (Salmo 144:4; 40:7); Poiché egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere. I giorni dell’uomo sono come l’erba; egli fiorisce come il fiore dei campi; se lo raggiunge un colpo di vento, esso non esiste più e non si riconosce più il luogo dov’era (Salmo 103:14-16).


Il video ci mostra anche che nemmeno la struttura intera può reggersi da sola. Ha bisogno di un sostegno esterno che tenga in piedi il tutto. E questo è esattamente il ruolo di Dio: essere l'elemento portante, il sostegno indispensabile di tutta la nostra esistenza: Tu sei stato il mio sostegno fin dal grembo materno (Salmo 71:6); Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui (Colossesi 1:17).


Infine, la piuma. È l'atto finale, inevitabile. Quando il creatore della struttura decide che è il momento di ritirarla, tutto crolla. Se Dio, per qualsiasi motivo, decidesse di non reggere la nostra fragile vita, tutto cadrebbe in un attimo: Tu nascondi la tua faccia e sono smarriti; tu ritiri il loro fiato e muoiono, ritornano nella loro polvere (Salmo 104:29).

Ma Dio non vuole togliere la vita. Anzi, vuole donarne una nuova, eterna, una vita dopo la vita, chiamandoci a sé anche quando siamo in fuga da lui: Noi dobbiamo morire e siamo come acqua versata in terra che non si può più raccogliere; ma Dio non toglie la vita, anzi desidera che il fuggitivo non rimanga bandito lontano da lui (2 Samuele 14:14).


Maneggiamo con cura questa nostra fragile vita, con il suo precario equilibrio, e permettiamo a Dio di sostenerci in qualsiasi situazione, anche estrema, prima che la piuma voli via.


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