Il muro della gioia
- evangelicibz
- 17 giu 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Una recente iniziativa allestita al cimitero di Bolzano ha visto la costruzione di un ‘muro del pianto’. Un piccolo muretto provvisorio fatto di mattoni forati pronti ad accogliere i pensieri che i familiari o gli amici di persone scomparse durante l’epidemia da Covid-19 desiderano lasciare, come in un locale muro del pianto che richiami in qualche modo quello di Gerusalemme. Una volta smontato il muretto, i biglietti verranno bruciati e le ceneri buttate nel fiume.
Giustissimo ricordare, nei diversi modi che ognuno ritiene opportuni, coloro che non sono più tra noi. In particolare, per i tanti anziani deceduti in questo periodo, abbiamo già dedicato un post che voleva invitarci a non dimenticare quanto vissuto da loro e da noi con loro (vedi Biblioteche che bruciano).
Ma perché non allestire anche un ‘muro della gioia’? Perché non provare a fissare nelle nostre menti e nei nostri cuori, ma anche su carta o qualunque altro supporto, quanto di positivo abbiamo vissuto nella nostra vita?
Dio ci invita a non dimenticare nulla di quello che abbiamo ricevuto da lui: Benedici, anima mia, il SIGNORE e non dimenticare nessuno dei suoi benefici (Salmo 103:2). Dovremmo sempre ricordare quello che abbiamo vissuto, anche e soprattutto nei momenti difficili, per fare dei momenti di liberazione, di guarigione, di aiuto ricevuto, dei punti fermi e dei segnali indicatori a cui fare riferimento anche per il nostro futuro: Metti delle pietre miliari, fatti dei pali indicatori, poni ben mente alla strada, alla via che hai seguita (Geremia 31:21).
Il profeta Geremia ha vissuto uno dei momenti più difficili della storia d’Israele e ha dovuto lottare tutta la sua vita tra enormi difficoltà personali e collettive. Ma a un certo punto decide di fare qualcosa, qualcosa che lo fa ancora sperare, che gli dà forza di vivere, qualcosa che Dio, in mezzo a tutte quelle difficoltà, non aveva mai smesso di fare: Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare: è una grazia del SIGNORE che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite, si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà! «Il SIGNORE è la mia parte», io dico, «perciò spererò in lui». Il SIGNORE è buono con quelli che sperano in lui, con chi lo cerca (Lamentazioni 3:21-25). La sua non è stata un'azione spontanea e naturale, ma un atto di ferma volontà.
Troppo spesso ci portiamo dietro e dentro ricordi negativi, non riuscendo a gioire ancora, a distanza di giorni, mesi o anni, di quanto di positivo abbiamo avuto o sperimentato anche in quei momenti. Ed ecco che erigiamo dei ‘muri del pianto’ personali, nei quali mettere i nostri brutti ricordi. Dio vuole liberarci anche da questi pesi.
Non si tratta di assumere un artificiale ‘pensiero positivo’ come proposto da seguaci della New Age, ma di fissare dentro di noi quello che abbiamo sperimentato con Dio, per lasciare che conforti il nostro cuore e ci dia coraggio per l’avvenire. Interventi reali, concreti, fatti accaduti che ci hanno fatto capire, a volte per un breve ma fondamentale momento, quanto prezioso e puntuale sia stato il suo aiuto.
Ma i ricordi si basano sull’esperienza vissuta. Bisogna quindi prima assicurarsi di aver reso possibile questa positiva costruzione del nostro ‘muro della gioia’. Il profeta e sacerdote Samuele, dopo un’importante vittoria del popolo, tornato a Dio dopo un periodo di allontanamento da lui, pose una pietra come segno del cammino fatto con Dio fino a quel momento, per ricordare il suo intervento: Allora Samuele prese una pietra, la pose tra Mispa e Sen e la chiamò Eben-Ezer, e disse: «Fin qui il SIGNORE ci ha soccorsi» (1 Samuele 7:12). Ripercorrendo quella strada si sarebbero ricordati di quanto Dio aveva fatto per loro e ne avrebbero gioito e tratto incoraggiamento.
Forza, iniziamo a costruire il nostro muro della gioia dove riporre il ricordo delle benedizioni avute da Dio.

Comments