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Immunità di gregge? Dipende dal pastore!

Nei giorni scorsi alcuni paesi hanno ipotizzato che potrebbero scegliere la strategia dell’immunità di gregge per affrontare l’epidemia da coronavirus. Si tratta di una forma di protezione indiretta che si verifica quando una parte significativa della popolazione, in questo caso senza vaccinazione, dopo essere venuta a contatto con l’agente patogeno, sviluppa un’immunità, una resistenza naturale al virus. Purtroppo il prezzo da pagare, se questo viene applicato a un intero stato, è un numero enorme di contagiati, con il rischio reale di un collasso del sistema sanitario e, conseguentemente, di un altissimo numero di decessi. L’opinione degli esperti sull'efficacia di questo sistema rimane controversa, più che per gli effettivi risultati, per i problemi etico-morali che sono ad esso connessi. In sostanza, si tratta di sacrificare una considerevole parte della popolazione, principalmente i più anziani e deboli e quelli con altre patologie pregresse, per poi rendere immuni gli altri.


C’è però qualcuno che ha provveduto a immunizzare il suo gregge da un virus mortale, senza far pagare il prezzo alle pecore. Qualcuno che ha sacrificato sé stesso, affinché ogni singola pecora fosse salvata: Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. (Giovanni 10:11).

Il virus, attivo da sempre, è quello che separa le pecore dal suo pastore, che infetta pecora dopo pecora, con una pandemia globale. Dio questo virus lo chiama peccato (Isaia 59:1-2). Un virus talmente grave da dover intervenire di persona per guarirci da esso. Un Signore che dunque non lascia morire, ma si lascia uccidere per salvare; un pastore che si fa agnello sacrificato per noi (Isaia 53), chiamando e cercando ogni pecora sola, impaurita e smarrita, come solo un buon pastore sa fare (Luca 15:4).

Dopo averle salvate, il buon Pastore segue e cura le sue pecore: Infatti così dice il Signore, DIO: “Eccomi! Io stesso mi prenderò cura delle mie pecore e andrò in cerca di loro. Come un pastore va in cerca del suo gregge il giorno che si trova in mezzo alle sue pecore disperse, così io andrò in cerca delle mie pecore e le ricondurrò da tutti i luoghi dove sono state disperse in un giorno di nuvole e di tenebre… Io cercherò la perduta, ricondurrò la smarrita, fascerò la ferita, rafforzerò la malata.... (Ezechiele 34:11-12, 16a; vedi anche i vv. 25-31).


L’immunità delle pecore, la guarigione dal virus, non è però automatica: Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura. (Giovanni 10:9). Esiste innanzitutto una porta, una sola porta, per entrare nel protetto e sicuro ovile di Dio, una sola via: Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Giovanni 14:6). Poi c’è bisogno di fare una scelta, libera come deve essere ogni scelta: se uno entra (vedi anche Giovanni 1:12; Apocalisse 3:20).

Il risultato è salvezza e libero accesso alla presenza del Pastore, senza bisogno di altri intermediari, strutture o chissà che altro. Gesù vuole assicurarci tutto questo, affinché non ci siano dubbi. Ascoltiamo la sua voce, crediamo in lui, seguiamolo e nessuno ci separerà mai da lui: Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco, ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna, e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo uno» (Giovanni 10:27-30).

Ci sono quindi pastori che ammazzano e sacrificano le pecore (Giovanni 10:10) e ci sono pecore che cercano di sopraffare altre pecore. Entrambi avranno un severo giudizio (Ezechiele 34:7-10; 16b-22). Ma c’è un solo Pastore che dà la sua vita per le pecore e a cui ognuno di noi è invitato a tornare: Poiché eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime (1 Pietro 2:25).

Andiamo a lui, l'Agnello-Pastore, e vivremo l'eternità immuni da ogni male: Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi (Apocalisse 7:16-17).


Il Signore è il mio pastore: nulla mi manca.

Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme.

Egli mi ristora l’anima, mi conduce per sentieri di giustizia, per amore del suo nome.

Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte,

io non temerei alcun male, perché tu sei con me;

il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza.

Per me tu imbandisci la tavola sotto gli occhi dei miei nemici;

cospargi di olio il mio capo; la mia coppa trabocca.

Certo, beni e bontà m’accompagneranno tutti i giorni della mia vita;

e io abiterò nella casa del Signore per lunghi giorni.


(Salmo 23)


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