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Imparare dal passato. Testimonianze evangeliche al tempo dell’epidemia (prima parte)


Anche se la globalizzazione e l’informazione di massa ha reso tutto più connesso favorendo non solo la comunicazione e quindi la conoscenza dei problemi, ma anche la diffusione di questo virus a livello globale, non è certo la prima volta che il mondo si trova ad affrontare delle epidemie.

Nel 1527, meno di 200 anni dopo che la Morte nera aveva falcidiato metà della popolazione europea, la peste era riapparsa a Wittenberg, la città dove Martin Lutero risiedeva, e nelle città vicine. I cristiani tedeschi chiesero a Lutero se coloro che credevano in Gesù avessero o meno diritto di sfuggire a un'epidemia, mentre le persone stavano soffrendo e morendo.

Nella sua lettera Se è lecito fuggire da una pestilenza mortale, il famoso riformatore valuta quali debbano essere le responsabilità dei cittadini ordinari durante il contagio. I suoi consigli servono come guida pratica ai cristiani che devono affrontare la diffusione di malattie infettive oggi. Ecco cosa scrisse (tratto da https://edizionigbu.it/libreria/lutero-e-lepidemia/):


«È ancora più disonorevole per una persona non prestare attenzione al suo proprio corpo e non riuscire a proteggerlo dalla pestilenza al meglio delle sue capacità, e poi infettare e avvelenare gli altri che sarebbero potuti restare vivi se quella persona si fosse presa cura del suo corpo come avrebbe dovuto. Egli è quindi responsabile davanti a Dio per la morte del suo prossimo ed è omicida molte volte. Infatti, una tale persona si comporta come se una casa stesse bruciando nella città e nessuno stesse cercando di spegnere il fuoco. Invece dà libertà alle fiamme in maniera tale che l’intera città bruci, dicendo che se Dio lo volesse, potrebbe salvare la città senza acqua per spegnere il fuoco.

No, miei cari amici, questo non va bene. Usate le medicine; prendete le pozioni che vi possono aiutare; disinfettate la casa, il cortile, la strada; evitate le persone e i luoghi dove il vostro vicino non ha bisogno della vostra presenza o è guarito, e agite come un uomo che vuole aiutare a estinguere le fiamme della città. Cos’altro è l’epidemia se non un incendio che invece di distruggere legno e paglia divora vite e corpi? Dovresti pensare in questa maniera: «Molto bene, per decisione di Dio il nemico ci ha mandato frattaglie velenose e mortali. Perciò io chiederò a Dio misericordioso di proteggerci. Poi disinfetterò, aiuterò a purificare l’aria, darò e prenderò le medicine. Eviterò luoghi e persone dove la mia presenza non è necessaria per non contaminarmi e quindi forse infettare e contaminare gli altri, e così causare la loro morte come risultato della mia negligenza. Se Dio vorrà prendermi, sicuramente mi troverà e io avrò fatto ciò che egli si aspetta da me, e così non sarò responsabile per la mia propria morte o per la morte degli altri. Se il mio vicino ha bisogno di me, comunque, non eviterò i luoghi o le persone ma ci andrò volontariamente, come ho già affermato». Vedi, questa è una fede realmente basata sul timore di Dio perché non è insolente né avventata né tenta Dio.» (M. Lutero)


Insegna qualcosa anche a noi?






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