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L’abbandono

Può una madre, un padre abbandonare i propri figli al proprio destino, anche se neonati o ancora troppo piccoli per cercare aiuto, per salvarsi? Possono una madre, un padre, arrivare a uccidere i propri figli?

La cronaca di queste settimane ci racconta di episodi agghiaccianti, che lasciano storditi, senza parole, davanti a tanta crudeltà. Il susseguirsi continuo di fatti terribili che riguardano figli innocenti, vittime di coloro che li hanno messi al mondo, insieme ad altri casi quotidiani di violenza domestica, ci parlano certamente di una società profondamente malata fin dalle sue radici.

Nella Bibbia l’abbandono dei figli, la non cura e attenzione verso essi, vengono presi come casi limite di quello a cui potrebbe arrivare l’essere umano: Una donna può forse dimenticare il bimbo che allatta, smettere di avere pietà del frutto delle sue viscere? Anche se le madri dimenticassero, non io dimenticherò te (Isaia 49:15). Dio dice al suo popolo che l’amore che ha per essi è superiore a quello di una madre. Mettendo quasi per assurdo che una madre possa arrivare ad abbandonare, a dimenticare i propri figli, lui invece assicura che non si dimenticherà mai di loro. Questo amore garantisce che in qualsiasi situazione, anche le più estreme, anche in quelle in cui possiamo essere vittime impotenti di qualsiasi forma di violenza o di abbandono, anche da parte di persone che dovrebbero amarci più di altri, abbiamo un Signore pronto ad accoglierci e rimanere al nostro fianco: Qualora mio padre e mia madre m’abbandonino, il SIGNORE mi accoglierà. (Salmo 27:10).

Dobbiamo imparare a conoscere sempre più questo Padre celeste che vuole che non rimaniamo mai soli, per l’eternità. Un Padre che si è separato per un tempo dal proprio Figlio. Un Padre che lo ha “abbandonato” per un tempo per amore nostro, per quello che doveva compiere per noi (Salmo 22:1; Matteo 27:46). Un Figlio che mentre dava la sua vita per noi è stato lasciato solo e abbandonato da tutti coloro che voleva salvare (Isaia 53:3-5).

Quella dell’uomo e di Dio è una storia che ci parla di abbandono (nostro nei suoi confronti) e spesso anche di quello degli uni verso gli altri. Forse finora alcuni di noi sono stati lontani da quel Padre, presi dalla propria vita. Ma quella tra l’uomo e Dio è anche una storia fatta di ritorni, di nuovi incontri, di riconciliazione. Se lo vogliamo, c’è un Padre che ci aspetta con gioia per non abbandonarci mai: Egli dunque si alzò e tornò da suo padre. Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò. E il figlio gli disse: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai suoi servi: “Presto, portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi; portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato”. E si misero a fare gran festa. (Luca 15:20-24).

Il SIGNORE cammina egli stesso davanti a te; egli sarà con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non perderti d’animo (Deuteronomio 31:8).



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