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L'ultimo Natale

Sono passati oltre 2000 anni da quando Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, è nato su questa terra. Sono passati tanti secoli anche da quando qualcuno ha pensato di farne una festa particolare, scegliendo un giorno che si collegava con qualche altra festa, non cristiana, precedente. Sono passati probabilmente anche tanti anni da quando ognuno di noi ha festeggiato o meno questa ricorrenza. E ora siamo qui, Natale dell’anno 2023 dopo Cristo. 

Ma quanti natali ci saranno ancora? Per te, per me, per il mondo? Se tu sapessi che l'anno prossimo tutto cambierà, o che forse tutto finirà, come passeresti questo ultimo Natale? Cambierebbe qualcosa? 

Non è solo una questione di che tipo di scelte pratiche e materiali ognuno di noi potrebbe o dovrebbe fare; non solo di pensare a cosa veramente conta, alle relazioni personali, ai nostri affetti. Si tratta anche di capire di cosa farne del regalo di Natale fatto da Dio Padre a tutti noi mandandoci suo Figlio. Eh sì, perché qui stiamo parlando della nascita di Gesù, del perché è venuto e del fatto che a tutti noi spetta dare una risposta.

Il significato storico di quel primo Natale non ha perso minimamente il suo valore, ma per molti ha sicuramente perso (o forse non lo ha mai avuto) il suo significato e valore spirituale, che è quello fondamentale. Perché Gesù nasce e si fa uomo per uno scopo ben preciso: Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo (Giovanni 12:46-47); Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui (Giovanni 3:17); Poiché il Figlio dell’uomo è venuto a salvare ciò che era perduto (Matteo 18:11); il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti (Matteo 20:28); io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (Giovanni 10:10).

Questi i fatti, queste le parole di Gesù, questo il pacco dono. Come ogni dono va accettato, aperto e utilizzato. Se non lo facciamo è come se non lo avessimo ricevuto, non avremo nessun beneficio da quell’incredibile dono. E non è un dono che altri possono aprire per noi. Siamo solo noi che possiamo prenderlo o rifiutarlo. Restare indifferenti equivale a rifiutarlo e... “come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?” (Ebrei 2:3).

Forse stai pensando che tutto questo lo prenderai in considerazione più avanti, magari un altro Natale. Sì, forse ci saranno altri Natali. O forse no. Nel dubbio, perché non pensarci ora al dono di Gesù? Ci sarà spazio per lui nella tua vita questo Natale? Sarà il benvenuto alla tua cena natalizia?

Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me (Apocalisse 3:20). Ascoltiamo le parole che Gesù ci ha rivolto nel Vangelo, nella Buona Notizia, e apriamo il nostro cuore a lui. Durante l’incontro ci parlerà del suo dono, ci farà capire che ne abbiamo assolutamente bisogno e ci rinnoverà il suo invito ad accettarlo. 

Non se questo sarà il tuo, il mio o il nostro ultimo Natale, ma possiamo far sì che oggi diventi l’ultimo Natale della nostra vecchia vita, il giorno della nascita alla vita nuova.

E quella sì, quella non passerà mai.



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