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La catena umana

Ci sono imprese che sembrano umanamente difficili da portare a compimento, soprattutto se manca coordinamento e spirito collaborativo, oltre che sufficiente materiale umano a disposizione. Pensiamo alle difficoltà di far funzionare a dovere la campagna di vaccinazione in atto, con tutte le difficoltà di mettere insieme in un unico obiettivo e con una strategia comune produttori, distributori, stato, regioni, ecc., affinché tutto sia fatto in maniera ordinata, efficace e rapida.

Un paio di anni fa la libreria no-profit October Books, di Southampton in Inghilterra, doveva trasferire la propria sede di circa 150 metri, sulla stessa strada. La distanza non era molta, ma molti erano i libri da spostare, circa 20.000. Per farlo si è fatto affidamento su dei volontari. All’inizio erano solo 10 che dovevano andare continuamente avanti e indietro per tutto il percorso. Ma ecco che molti passanti, vedendo ciò, si sono uniti a quel piccolo gruppo e a poco a poco si è formata una lunga catena umana di 250 persone che rapidamente hanno spostato i primi 2000 volumi da un locale all’altro (vedi foto). Quello che sarebbe stato uno sforzo notevole per pochi e molto lungo da portare a termine è diventato un bellissimo, semplice e rapido impegno comune. Con il risultato, non indifferente, di sentirsi parte di uno stesso progetto e di poter, ogni volta che si fosse entrati nella nuova sede della libreria, viverla come una cosa propria, vicina, alla quale si è collaborato attivamente, anche se in maniera molto semplice.

Il progetto di Dio per la sua chiesa è basato su principi simili, dove ognuno, spontaneamente, fa la propria parte per un unico obiettivo comune e dove tutti danno il proprio personale contributo, come fa un corpo unico attraverso tutte le sue membra: Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua (1 Corinzi 12:27); Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l’uno dell’altro (Romani 12:4-5)

La chiesa non è un edificio umano, ma un corpo vivente. La chiesa sono figli di Dio che si ritrovano in un locale, qualunque esso sia e non importa in quanti (Matteo 18:20), dove insieme esprimono la loro lode a Dio, ricordano il sacrificio di Gesù che li ha salvati, meditano sulla sua Parola, edificando se stessi. Da lì i credenti partono per testimoniare, vivere e agire nel mondo, pur non appartenendogli veramente (Giovanni 17:16).

Le singole parti del corpo, della chiesa, non prendono capacità, forza o quant’altro da se stesse, ma da colui che è l’unico capo della chiesa, quel Gesù che “ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei” (Efesini 5:25). Sarà allora che ogni membro di questo corpo potrà crescere e svilupparsi: seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo, ben collegato e ben connesso mediante l’aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso nell’amore (Efesini 4:15-16)

Nel progetto di Dio, in questa meravigliosa catena umana, dove tutti vanno insieme in un’unica direzione verso un obiettivo unico e condiviso, non ci si entra per nascita, eredità o meriti acquisiti, ma per sola volontà di Dio in conseguenza a un preciso atto di fede personale, quella stessa scelta che ci permette di diventare figli di Dio: a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio. (Giovanni 1:12-13).

Entrare quindi in un edificio in muratura chiamato ‘chiesa’ senza essere prima diventati figli di Dio per mezzo della fede, non vuole dire fare parte di quel corpo, di quella costruzione fatta di mattoni umani voluta da Dio: Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l’edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore. In lui voi pure entrate a far parte dell’edificio che ha da servire come dimora a Dio per mezzo dello Spirito (Efesini 2:20-22).

Se ne fai già parte, dai il tuo personale contributo alla sua crescita. Se non ne fai ancora parte, vai oggi da colui che è morto per te, per farti diventare suo figlio e entrare nel suo unico, universale, edificio spirituale: Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo (1 Pietro 2:4-5).


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1 Comment


vittoria2774
Mar 28, 2021

Grazie Padre per ciò che ci fai essere e perché ci rendi parte di questo progetto meraviglioso...buona domenica col Signore

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