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La luce in fondo al tunnel

Quante volte abbiamo sentito quest’espressione e quante volte è stata ripetuta nelle ultime settimane. Essere in un tunnel vuol dire essere in un luogo buio, dove l’unica direzione possibile, l’unica guida per non inciampare, è camminare in direzione della luce. Per quanto lontana sia, sarà verso quella luce che indirizzeremo in nostri passi, e sarà quella luce che ci darà la forza di farlo, perché rappresenta la speranza, la mèta da raggiungere.

Il buio ha sempre fatto paura. E non parliamo solo di chi soffre di una specifica patologia chiamata nictofobia, ma un po’ tutti preferiamo, potendo scegliere, di stare alla luce o almeno di avere una fonte di illuminazione o qualcuno che ci faccia compagnia in tutto quel buio.

Nel principio Dio creò i cieli e la terra. La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso… (Genesi 1:1-2). Così inizia la Bibbia e il racconto della creazione. Dio per prima cosa, prima ancora di dare forma a quella massa informe e riempire quel vuoto, crea la luce in mezzo alle tenebre: Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno (Genesi 1:3-5).

Per farlo Dio usa la sua parola. Dio disse… e luce fu. La parola di Dio quindi come primaria fonte della luce, come mezzo per squarciare le tenebre e far uscire la luce, fissando da allora un limite tra luce e tenebre, tra giorno e notte. Senza quella parola, usata poi anche per creare tutto il resto, tutto sarebbe rimasto informe e vuoto e avvolto da un buio assoluto.

Come la terra ha avuto bisogno di quella parola che la illuminasse, così noi abbiamo bisogno di una parola che ci illumini, che ci faccia vedere il prossimo passo e la strada che abbiamo davanti a noi: La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero (Salmo 119:105). Quella parola, come abbiamo visto ieri, è stata fissata in un libro ed è stata resa disponibile a tutti, in modo che avessimo sempre a disposizione quella luce: Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori (2 Pietro 1:19).

Una lampada, una luce, ci serve per illuminare mentre siamo in mezzo al buio, ma una volta arrivato il giorno, la piena luce, non abbiamo più bisogno di quella lampada, perché sarà arrivata la fonte diretta della luce. Gesù, al suo ritorno, illuminerà ogni cosa di una luce eterna (Apocalisse 22:5), ma noi possiamo già sperimentarla ora, farla sorgere dentro di noi. Quando Gesù venne su questa terra, venne come la Parola di Dio creatrice e vivente che illumina: Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei, e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta… la vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo (Giovanni 1:1-5, 9). Era Gesù quindi quella Parola che creò ogni cosa (Ebrei 1:2; 11:3) e quella Parola era ed è la luce del mondo: Gesù parlò loro di nuovo, dicendo: «Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Giovanni 8:12). Eccola la luce della vita che può sgorgare nei nostri cuori, illuminare le nostre vite, guidarle verso una meta altrettanto luminosa.

Ecco, quella stessa gran luce che gli uomini hanno visto quando arrivò Gesù (Matteo 4:16) ora vuole illuminarci e accompagnarci nel buio, anche se tutto attorno ci sembra ancora scuro e incerto: Chi di voi teme il SIGNORE e ascolta la voce del suo servo? Sebbene cammini nelle tenebre, privo di luce, confidi nel nome del SIGNORE e si appoggi al suo Dio! (Isaia 50:10).

Anche questo lungo e scuro tunnel che abbiamo attraversato probabilmente finirà, e si comincia a vedere un po’ di luce lì in fondo. Ma se non vogliamo più sentirci immersi dalle tenebre, incerti nel nostro cammino, con il buio nel cuore e nei pensieri, abbiamo bisogno di una luce sempre presente, di una Parola, scritta e vivente, che ci illumini da dentro: egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, e qual è verso di noi che crediamo l’immensità della sua potenza (Efesini 1:18-19)

E a quel punto anche noi potremo essere luce per aiutare altri a vedere la vera Luce (Matteo 5:14-16), avendola sempre in noi: Sì, tu fai risplendere la mia lampada; il SIGNORE, il mio Dio, illumina le mie tenebre (Salmo 18:28).

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