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La polvere su di me

Avete mai notato quando il sole entra in una stanza come mette in evidenza la polvere sui mobili, le macchie sui vetri e ogni altra traccia che, senza quella luce, non avremmo mai notato? La cosa può essere vista come positiva o negativa, a seconda che si voglia approfittarne per fare una pulizia più profonda o meno.

Gesù è visto più volte come luce del mondo: La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo (Giovanni 1:9); Mentre sono nel mondo, io sono la luce del mondo (Giovanni 9:5). Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre (Giovanni 12:46).

La luce serve per far capire la realtà delle cose, che il buio non poteva mostrare. Una luce che mette in evidenzia quello che non va in noi, al fine di farci brillare senza nessuna ombra o macchia. Chi ha fatto entrare questa luce nella propria vita ha la garanzia di avere fatto entrare la vita: Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita (Giovanni 8:12). Insieme alla vita, ci sarà anche la sicurezza che le tenebre non avranno più il sopravvento, perché colui che è la Luce ha vinto anche per noi e le tenebre non hanno alcune potere su di lui: La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta (Giovanni 1:5).

Ma poi c’è la vita di ogni giorno. Il tempo passa e riaffiorano alcune macchie, si accumula un po’ di polvere qua e là. Un po’ per stanchezza, un po’ per disinteresse e incuria, e piano piano si ‘sporca’ quello che l’opera Signore aveva pulito fino a far brillare, fino a far diventare noi stessi “luce del mondo” (Matteo 5:14). Ma, come ci insegna chi è abituato a tenere in ordine la casa, è più facile pulire sul pulito che sullo sporco. Anzi, non avrebbe alcun senso spolverare un mobile senza prima togliere lo sporco di fondo. E noi, una volta lavati da Gesù nel profondo, siamo lavati per sempre. Poi rimane solo la pulizia di ogni giorno.

E quando quella luce quotidiana viene sulle nostre superfici, non lo fa con durezza, ma illuminando e scaldando. Lo fa non per puntare il dito sulle nostre macchie o sulla nostra polvere per accusarci, ma per metterci in condizione di levarle, indicando i punti esatti dove c’è bisogno di un po’ di pulizia. Sarà il Signore stesso a farla, o ci aiuterà in questo, se glielo permettiamo.

A volte la polvere e le macchie si presentano sempre negli stessi punti, i più sensibili, i più difficili da raggiungere. Ecco perché abbiamo bisogno che ogni giorno il sole illumini anche gli angoli più nascosti.

La Parola che il Signore ci ha lasciato serve proprio a quello, a illuminare quello che è buio: La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero (Salmo 119:105). Dovremmo quindi unirci al salmista e chiedere anche noi: Manda la tua luce e la tua verità, perché mi guidino (Salmo 43:3).

Rimarremo quindi oggi al buio per impedire al sole di mostrarci la polvere, le macchie della nostra vita o decidiamo di approfittare di quella luce rivelatrice per fare un po’ di pulizia?

Se lo facciamo, giorno dopo giorno, non solo brilleremo di quella stessa luce del Signore riflessa in noi, “perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre» è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio, che rifulge nel volto di Gesù Cristo” (2 Corinzi 4:6), ma attenderemo anche sereni il ritorno del Signore “il quale metterà in luce quello che è nascosto nelle tenebre e manifesterà i pensieri dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio” (1 Corinzi 4:5).




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