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La transizione

Con la nascita del nuovo governo è venuto alla luce anche il nuovo Ministero della Transizione ecologica. Ma si parla anche della necessità di una transizione digitale e di transizione economica. Per transizione si intende un “passaggio da un modo di essere o di vita a un altro, da una condizione o situazione a una nuova e diversa” (Dizionario Treccani), sottintendendo ovviamente un cambiamento che porti ad una condizione migliore, tanto necessaria quanto obbligata, se non si vogliono rischiare gravi conseguenze.

Anche in campo spirituale Dio ha un piano di transizione per ogni essere umano, un passaggio da una vita, e relative conseguenze, a un’altra.

Gesù parlò di questa transizione indispensabile con Nicodemo, un’importante autorità religiosa dei suoi tempi: Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio». (Giovanni 3:3). Gesù gli parlava della necessità di una nuova vita, di una vera e propria rinascita, di una completa rigenerazione spirituale, perché “Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito” (Giovanni 3:6). Non importava chi fosse la persona che aveva davanti, quali esperienze avesse fatto, quale fosse il suo ruolo. Se voleva avere la vita, se voleva entrare nel regno di Dio, doveva nascere di nuovo. Aveva bisogno di quella transizione che comportava una radicale trasformazione interna, quella che Dio promise al popolo che, pentito, sarebbe tornato da lui con fede: Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito… (Ezechiele 36:26).

Nascere di nuovo è proprio questo, accettare per fede la sua offerta di completa transizione e ricevere il suo Spirito per una totale rigenerazione: Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo (Tito 3:4-5). Questo avviene, come abbiamo letto, “non per opere giuste da noi compiute”, perché nessuna opera umana potrà provocare questa rinascita spirituale, ma solo per grazia di Dio, per mezzo della fede nella persona e nel messaggio di colui che ci “ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio” (Colossesi 1:3 - vedi Efesini 2:8-9; Romani 11:6).

Gesù lo ha spiegato molto chiaramente: In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita (Giovanni 5:24). Dal buio alla luce, dalle tenebre alla vita, dalla morte alla vita.

Questo non solo in chiave futura, quando la transizione diventerà totale, definitiva ed eterna, ma anche per l’oggi, per la fase intermedia tra la scelta personale di ricevere questa nuova vita e la sua piena realizzazione: Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove (2 Corinzi 5:17). Vita nuova, ora. Con una trasformazione che si va man mano completando, lasciando via via indietro quello che faceva parte della vecchia vita per acquisire nuovi modelli, messi in atto in noi da colui che solo rende possibile questa piena transizione: vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l’ha creato (Colossesi 3:9-10).







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