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Le variabili impazzite e le sicurezze stabili

Una delle maggiori incognite nell’evolversi di una pandemia come quella che stiamo vivendo è che il virus muti in una maniera tale da rendere inefficace il vaccino già testato. Proprio per questo motivo, e per la loro maggiore trasmissibilità, il mondo scientifico e i governi nazionali stanno studiando e cercando di contenere la diffusione delle varianti inglese, brasiliana e sudafricana del virus.

Anche a livello personale è sicuramente disarmante e emotivamente destabilizzante il vedere che gli sforzi fatti per risolvere un determinato problema, rischiano di venire vanificati per il modificarsi di quella situazione, costringendoci a nuove forme di difesa. Spesso infatti non è l’affrontare un problema, una malattia o quant’altro che ci spaventa, ma le aggravanti, le variabili, l’imprevedibilità di nuovi e inaspettati sviluppi negativi.

In mezzo a tutta questa mutevolezza di situazioni, abbiamo più che mai bisogno di certezze, di sicurezze inamovibili a cui aggrapparci, anche se non è sempre facile trovarle, nemmeno negli affetti più cari.

Nella sua lettera, Giacomo affronta il tema dell’instabilità umana e della base sicura che il credente ha in Dio: Non v’ingannate, fratelli miei carissimi; ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione né ombra di mutamento. (Giacomo 1:16-17). I credenti stavano vivendo un momento particolarmente difficile, di grandi prove, e più che mai dovevano affidarsi in colui che non muta, nel Dio eterno del cielo. Avevano bisogno di saggezza per sapere come comportarsi in quel turbinio di situazioni negative, dagli esiti imprevedibili. Ma dovevano farlo tramite una richiesta certa, ferma, fiduciosa nel Dio immutabile: Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita è simile a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore, perché è di animo doppio, instabile in tutte le sue vie. (Giacomo 1:5-8).

Quando Dio promette qualcosa a quelli che credono in lui, quello farà, nei tempi e nei modi da lui stabiliti, ma l’uomo solo non deve dubitare delle sue stabili promesse ma, anzi, trovare in esse tutta la sicurezza e consolazione necessaria: Così Dio, volendo mostrare con maggiore evidenza agli eredi della promessa l’immutabilità del suo proposito, intervenne con un giuramento, affinché mediante due cose immutabili, nelle quali è impossibile che Dio abbia mentito, troviamo una potente consolazione, noi, che abbiamo cercato il nostro rifugio nell’afferrare saldamente la speranza che ci era messa davanti. (Ebrei 6:17-18)

Possiamo anche oggi affidare noi stessi all’immutabile Dio per trovare la stabilità di cui abbiamo bisogno. Lo stesso Gesù, autore della nostra salvezza, è sempre al fianco di coloro che lo invocano, con la stessa potenza e forza di quando operava miracoli tra gli uomini di duemila anni fa, perché “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno (Ebrei 13:8).

Sarà quindi attraverso queste certezze che troviamo nella Parola di Dio, che noi avremo modo di conoscere e affidare le nostre vite nell’immutabile Dio, anche se consapevoli della nostra fragile e mutabile esistenza: Infatti, «ogni carne è come l’erba, e ogni sua gloria come il fiore dell’erba. L’erba diventa secca e il fiore cade, ma la parola del Signore rimane in eterno». E questa è la parola della Buona Notizia che vi è stata annunciata. (1 Pietro 1:24-25).


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