Leggere attentamente le istruzioni
- evangelicibz
- 13 giu 2020
- Tempo di lettura: 4 min
“Non avevamo il manuale”. Con queste parole il primo ministro Conte ha voluto difendersi dalle accuse di chi gli rimprovera di non avere agito in maniera appropriata durante alcune fasi della pandemia. Sì, difficile agire in situazioni mai dovute affrontare da altri senza avere un preciso protocollo da seguire e a cui attenersi per ogni decisione e azione da mettere in atto. Forse ora quel manuale si potrà scrivere, sulla base dell’esperienza fatta, sia quella positiva che quella negativa.
Non è certo facile districarsi nei meandri della vita senza avere un punto di riferimento, una guida, un vademecum a cui affidarsi. Purtroppo nemmeno l’esperienza insegna sempre come dovrebbe, perché è spesso frutto di quanto vissuto da persone imperfette. Non basta aver imparato a costruire un muro, se non si parte da un punto perfetto, da una pietra angolare perfettamente squadrata, poggiata su un fondamento solido, sulla quale edificare.
Paolo, scrivendo al suo discepolo e compagno di viaggio Timoteo gli ricorda gli insegnamenti della Scrittura avuti fin da ragazzo e quanto questi siano mezzo imprescindibile per arrivare alla fede che conduce alla salvezza: Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù (2 Timoteo 3:14-15; vedi ancora Romani 10:17). Le Scritture, nel suo complesso, sono quindi istruzioni per far uscire ogni uomo dalla sua incredulità, e dalle conseguenze di questa, per portare la luce necessaria a conoscere a accettare colui che solo può salvare.
Ma lo scopo, immenso e gratuito, non è solo questo. La vita, anche dopo la nuova nascita spirituale, prosegue. Giorno dopo giorno abbiamo bisogno di guida e risposte per crescere nella fede e nella conoscenza, passando dal latte (= gli insegnamenti basilari, vedi 1 Pietro 2:2), al cibo solido (= gli insegnamenti superiori, completi, vedi Ebrei 5:13-14). L’obiettivo iniziale e quello finale è quindi diverso, ma il mezzo è sempre lo stesso, la Parola di Dio, e Paolo lo spiega bene a Timoteo: Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona (2 Timoteo 3:16-17).
Il v. 16 ci dice che non solo tutta la Scrittura è sacra, cioè di Dio, ma ora specifica, usando un termine diverso per ‘Scrittura’, che ogni sua singola parte è ispirata da Dio. Forse qui sarebbe meglio dire ‘espirata’, enfatizzando il fatto che proviene dal ‘soffio’ di Dio, cioè da una diretta emanazione di Dio, che ha ‘ispirato’ gli autori biblici. E come l’uomo senza il soffio di Dio sarebbe un essere inanimato, così la Scrittura, senza questo soffio, sarebbe un libro come tutti gli altri (vedi il post Ritornare a respirare). Dio, il Signore dell’universo, comunica con noi per mezzo delle sue parole ispirate.
Il versetto ci dice anche che ogni singola parte della Scrittura ha una sua utilità che va al di là della salvezza. La salvezza non è quindi il fine ultimo e unico della Scrittura, per quanto grande e meravigliosa essa sia. O meglio, tra la salvezza ottenuta al momento della conversione e la salvezza che vivremo in cielo, c’è un altro obiettivo fondamentale per ogni figlio di Dio, mentre è su questa terra.
Quindi ci vengono presentate 4 realtà, frutto dell’utilità della Scrittura: 1. è utile a insegnare, cioè a dare le adeguate istruzioni; 2. è utile a riprendere, cioè convincere dell’errore, di ciò che è sbagliato; 3. è utile a correggere (lett. ‘rimettere in posizione eretta’), cioè a migliorare, a ristabilire nella giusta condizione; 4. è utile a educare (lett. ‘allevare [un figlio]’, cioè addestrare, disciplinare, come un padre fa con un figlio, e quindi anche con la cura e l’esempio personale), alla giustizia, cioè a ciò che è giusto.
Se osserviamo bene, questa sequenza è logica e dovrebbe essere seguita in ogni sfera della vita: in famiglia, a scuola, sul lavoro, nella chiesa.
Solo per mezzo della Scrittura, della Parola di Dio che penetra nella nostra vita in profondità, fino alle sue più intime parti (Ebrei 4:12), noi possiamo essere uomini e donne di Dio completi, appieno forniti, cioè perfettamente equipaggiati. Non più bambini, ma persone spiritualmente adulte.
Ed ora arriviamo allo scopo finale: per ogni opera buona. Abbiamo ribadito più volte che nessuna opera ci ha resi degni di essere salvati e che se lo siamo è solo grazie al dono di Dio in Cristo (Efesini 2:8-9), ma l’agire bene, per utilità non solo nostra, ma in particolare anche per gli altri, è uno degli obiettivi fondamentali di Dio (Efesini 2:10; Tito 2:14; 3:8). Non possiamo però costruire niente per Dio senza vedere, capire e sperimentare quello che ci dice il prezioso Libro delle istruzioni.
Un’opera sarà quindi buona non per la strategia usata nel farla, non per i mezzi impiegati o quant’altro, ma solo perché fatta da uomini di Dio perfettamente equipaggiati dalla Parola ispirata.
Il Signore ci ha quindi dato la sua Parola, uscita dalla sua bocca e per sua volontà, perché noi possiamo avere fede ed essere salvati, perché possiamo crescere con essa e perché possiamo portare del frutto. Questo è quello che dobbiamo vivere, questo è quello che dobbiamo trasmettere.
Sì, ci è stato dato il manuale per vivere.

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