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Lezioni di vita... da una castagna


Tempo di castagne! Avete mai pensato come le fasi di vita delle castagne assomiglino un po’ a quelle della vita degli uomini?



Appena nati siamo dentro un involucro che ci protegge, ma siamo ancora teneri, vulnerabili. Ma già, fina da piccoli mostriamo i segni delle prime spine, già si raffigura quello che saremo da grandi...


Poi, mentre il nostro uomo interno cresce e matura, crescono anche le spine. All’inizio le nostre spine sono verdi e morbide, ma poi iniziamo sempre più a creare una barriera protettiva attorno a noi. Siamo tutti sullo stesso albero, anche molto vicini uno all’altro, ma impenetrabili. Nessuno sa realmente come siamo dentro, come siamo veramente.

Ed eccoci a piena maturazione. Dentro siamo pronti, ma contemporaneamente le spine si sono fatte durissime. Chi in questa fase ci tocca perché vuole arrivare al nostro uomo interno, rischia seriamente di pungersi. Così è l’uomo che non si apre, nemmeno a Dio. Noi possiamo anche in questa fase parlare agli uomini di quello che Dio ha fatto, ma come dice Gesù, spesso sono semi gettati fra le spine, che soffocano presto e non hanno risultato (Marco 4:18-19).

Ma ecco che a un certo punto della vita delle castagne che il riccio si apre e si inizia a intravedere l’interno, quello che c’è dentro. Spesso succede così anche a noi. Arriva una fase della vita in cui il guscio spinoso inizia a sgretolarsi e si inizia a intravedere l’interno. A volte, come le castagne, mentre siamo ancora sull’albero, a volte invece dobbiamo cadere in basso, staccarci e isolarci dall’albero comune per far sì che di veda quello che c’è dentro di noi.

Eccole le castagne! Via il riccio spinoso, sono pronte. Pronte a cosa, pronte per chi? Sono un frutto, per il bosco e per chi lo vive, ma anche e soprattutto per l’uomo, per nutrirlo. Hanno un ruolo importante quindi, un potenziale bellissimo.

C’è un problema però, le castagne si presentano ancora con una scorza dura. Così sono inutilizzabili. Anche il cuore dell’uomo è duro, dice Dio. È un cuore di pietra, che non si lascia penetrare e che non può essere usato per gli scopi per cui è stato creato. C’è bisogno di un intervento esterno (Ezechiele 36:26).

Le castagne vanno tagliate, incise con una lama. Dio dice che la sua Parola è una spada, con una lama che penetra nel cuore dell’uomo: Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore (Ebrei 4:12). Inizia così l’opera di Dio nella nostra vita per mezzo della sua Parola, come una lama che taglia e entra nel nostro cuore. Può essere un’operazione dolorosa, ma solo così si può iniziare un’opera che mira al cuore, non all’esteriore.

Per diventare cibo, nutrimento, un beneficio per gli altri, l'uomo ha bisogno che la Parola di Dio continui la sua opera. E questa opera viene definita come un fuoco: Ogni parola di Dio è affinata con il fuoco (Proverbi 30:5). Dio come un perfetto cuoco, prepara con il fuoco della sua Parola gli uomini. Come un orafo affina l’oro con il fuoco per purificarlo, per renderlo splendente, così fa Dio con la nostra vita (1 Pietro 1:7).

Oppure le castagne si bolliscono in acqua. E ancora Dio chiama la sua Parola un’acqua, usata per santificare la sua chiesa, dopo averla purificata con l’acqua della Parola (Efesini 5:25-26).

L’acqua e il fuoco ammorbidiscono definitivamente le castagne. La buccia dura è ora solo un fragile involucro che si toglie man mano con facilità.

.Ora le castagne sono pronte, sono pronte per l’uso migliore: essere una benedizione, un ‘cibo’ per altri. Ognuno per per gli altri e tutti gli altri per noi. E così è dell’uomo preparato da Dio per essere frutto, per lui e per gli altri. Ma Dio ha dovuto impegnarsi molto, con un lungo lavoro, con un sacrificio personale senza il quale tutto questo non poteva avvenire. E l’uomo ha permesso a Dio, tramite la sua Parola, di lasciare che tutto questo avvenisse. Un intervento a cuore aperto per essere quel dono che Dio vuole che noi siamo.


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