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Mangiare e bere

È risaputo che a noi italiani piace indubbiamente la buona cucina. Ma ci piace anche parlare di piatti e ricette e ci appassioniamo sempre più all’argomento. Alzi la mano chi non ha mai guardato almeno una volta una trasmissione di cucina. Anche perché negli ultimi anni è risultato quasi impossibile sfuggire al piatto preparato dal cuoco di turno, chef stellato o concorrente di una gara culinaria che sia. La pagina di Wikipedia alla voce ‘Programmi televisivi di cucina’ elenca 116 trasmissioni degli ultimi anni dedicati a questo tema… e la lista non è aggiornata! I protagonisti di questi programmi diventano celebrità al pari di star del cinema o sportive, i loro libri diventano subito dei best-sellers e noi sempre più aspiranti cuochi. Ma dobbiamo anche sapere come abbinare la giusta bevanda, il vino adatto per quel certo tipo di piatto. Addirittura qualcuno ora ci propone anche di bere acque minerali diverse, a seconda che si tratti di carne, pesce o quant’altro… Mangiare e bere, bisogni primari dell’uomo che diventano sinonimo di arte, moda, stile.


Gesù, spiegando la sua venuta nel mondo, richiama l’episodio della discesa della manna nel deserto, il cibo donato da Dio al suo popolo in viaggio verso la terra promessa, e ci parla di mangiare e bere, ma di un alimento e di una bevanda ben diversa: Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivente che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò per la vita del mondo è la mia carne». I Giudei dunque discutevano tra di loro, dicendo: «Come può costui darci da mangiare la sua carne?» Perciò Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui. Come il Padre vivente mi ha mandato e io vivo a motivo del Padre, così chi mi mangia vivrà anch’egli a motivo di me. Questo è il pane che è disceso dal cielo; non come quello che hanno mangiato i padri e sono morti; chi mangia di questo pane vivrà in eterno». (Giovanni 6:50-58)

Che cosa vuol dire mangiare la carne e bere il sangue di Gesù? Se lo domandavano anche i Giudei, anche i discepoli. Che strano rito dobbiamo fare per poter mangiare e bere una parte del corpo di Gesù? Gesù ne parla ancora all’istituzione della santa cena. Vuol forse dire quindi che quello che mangiamo e beviamo non è pane e vino, ma si trasforma nella carne e sangue di Gesù, come alcuni insegnano? C’è un passo strutturato nello stesso identico modo, nello stesso brano, che ci spiega cosa significa questo mangiare e bere, cosa significa in realtà questo linguaggio figurato usato da Gesù: Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». (Giovanni 6:40). Se mettiamo a confronto i versetti 54 e 40 di Giovanni 6, capiamo bene cosa intendesse Gesù:

Giovanni 6:54Giovanni 6:40

Chi mangia la mia carne → chiunque contempla il Figlio

e beve il mio sangue → e crede in lui

ha vita eterna → abbia vita eterna

e io lo risusciterò nell’ultimo giorno → e io lo risusciterò nell’ultimo giorno

Contemplare il Figlio, osservarlo, imparare a conoscerlo, ascoltarlo vuol dire ‘mangiare’ la sua carne. Credere in lui, vuol dire ‘bere’ il suo sangue. Ecco cosa dobbiamo fare, perché questa è la volontà di Dio. Molti dei presenti al discorso di Gesù non l’hanno voluto fare e si sono allontanati. I suoi discepoli, dopo tanta incertezza verso questo parlare, definito "duro" (cioè ‘difficile’ – v. 60) capiscono e accettano: Perciò Gesù disse ai dodici: «Non volete andarvene anche voi?» Simon Pietro gli rispose: «Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna! E noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio». (Giovanni 6:67-69).

Approfittiamo della ricetta di Dio, del cibo e della bevanda che il Signore ci offre, saziamoci e abbeveriamoci alla tavola e alla fonte della vita eterna!


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