Dopo lunghe discussioni, si è arrivati a spostare il coprifuoco dalle 22 alle 23. Per alcuni sembra che quell’ora in più sia un “tornare a vivere”, come se venisse concessa un’ora di vita in più. Ovviamente capiamo le esigenze di bar e ristoranti, ma in un mondo sommerso da mille problemi, questo accanimento sull’ora di coprifuoco in meno ci è sembrata un po’ eccessiva.
Ma c’è qualcun altro che aveva chiesto un’ora in più. Gesù, nel momento più difficile della sua vita, prima del suo sacrificio, prima di prendere su di sé il peso del peccato dell’uomo, mio e tuo, aveva chiesto ai suoi discepoli di stare svegli, di stargli vicino: Allora disse loro: «L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me» (Matteo 26:38). Dopo aver pregato il Padre “tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare con me un’ora sola?” (Matteo 26:40). Un’ora, aveva chiesto solo un’ora, ma anche in quel sonno vediamo il fallimento umano, l’incapacità di avere alcun ruolo nell’opera di salvezza di Gesù. E lo avrebbero dimostrato ancora dopo il suo arresto, quando tutti fuggirono, abbandonandolo, come Gesù stesso aveva predetto: L’ora viene, anzi è venuta, che sarete dispersi, ciascuno per conto suo, e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. (Giovanni 16:32). Lui e il Padre, e nessun altro. Nemmeno per un’ora.
Abbiamo detto che per molti quell’ora in più prima del coprifuoco è sembrata un’aggiungere un'ora alla propria vita. Certo, può essere un’ora in più per stare con gli amici, per bere e mangiare, ma non è un’ora in più di vita. Nessuno può regalarci un’ora di vita in più. Possiamo solo decidere come eventualmente vivere le nostre ore.
Molte persone vivono con ansia il proprio presente, in costante lotta per garantirsi quello di cui hanno bisogno. Per alcuni sono bisogno reali, primari, legati alla sopravvivenza, per altri sono solo vuoti esistenziali da riempire in qualche modo, magari con un’ora in più al bar. Ma è solo un’ora vissuta diversamente, non un’ora di vita in più.
Gesù ha parlato di questa ansia di vita, certamente in un contesto di quei bisogni primari di cui abbiamo appena detto, ma che possiamo estendere a tutte le ansie collegate alla nostra vita. Leggiamo: Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? E chi di voi può, con la propria ansietà, aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita? E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, si vestì come uno di loro. Ora se Dio veste in questa maniera l’erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede? Non siate dunque in ansia, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?” Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; il Padre vostro celeste, infatti, sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in più. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno (Matteo 6:25-34).
No, nessuno può aggiungere, neppure con tutto il proprio impegno o con un decreto legislativo, una sola ora alla propria vita. Però possiamo cambiare le aspettative, il modo di vivere le nostre ore, dando le giuste priorità.
Possiamo provare anche a usare un’ora della nostra vita, ogni giorno, non a stare in ansia per quello che ne sarà di noi, o di quello che potremmo fare o non fare in quell'ora, ma per provare a capire quale è la volontà di Dio per noi. La volontà di un Padre che conosce i nostri bisogni, che nutre, veste e che riempie di senso e significato le nostre ore. La volontà di quel Signore che, da solo, ha vissuto anche quell'ora terribile in cui l'uomo era lontano e addormentato, ma che ha perseverato fino alla fine, per donarci ore eterne di vita.
E affinché non sia solo quella dalle 22 e 23 che possiamo chiamare “vita”.
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