Perché oggi (forse) non leggerete questo post

Oggi forse non leggerete questo post. Non lo farete forse perché non prende spunto dall’attualità, come facciamo sempre. Non lo leggerete perché il titolo afferma che probabilmente non lo farete. O forse…

O forse invece proprio perché il titolo vi ha incuriosito lo state leggendo. Se lo state facendo, e se non state chiudendo la pagina proprio adesso perché forse vi sentite un po’ presi in giro, allora sorge spontanea la domanda: cosa fa sì che un giorno ci siano 100 o più persone che leggono il blog e un giorno meno di 20? Il titolo? La foto? Le prime righe del testo? O ci sono altre motivazioni? L’ora in cui viene postato, il giorno della settimana? Insomma, c’è un modo giusto e uno sbagliato per scrivere su un blog, uno migliore e uno peggiore?

Allo stesso modo, ma le due cose sono in questo caso strettamente collegate, mi sono sempre chiesto perché alcuni sono ricettivi al messaggio del vangelo e altri no. Perché alcuni dedicano del tempo per cercare di capire qualcosa di più riguardo a Gesù e perché invece altri non ne vogliono sapere nulla. E non credo che c'entri la predestinazione.

Quando ero giovane, adolescente, da cattolico nominale sono diventato ateo. Lo sono diventato perché qualcuno che avrebbe dovuto essere testimone e portavoce della fede cristiana mi ha profondamente deluso, per non dire di peggio. E allora mi sono detto che se quella persona identificava la fede cristiana, io di quel Cristo non volevo sapere nulla.

Mi sbagliavo. Avevo bisogno di Gesù, un bisogno infinito. Il problema è che non lo sapevo, o almeno non pensavo che quella sarebbe stata la soluzione. Poi venne quella persona, e altre come loro, e così pensavo di avere conferma della mia scelta. Se una soluzione ci doveva essere, non sarebbe stata in quella direzione che andava cercata. E, ripeto, mi sbagliavo.

Mi sbagliavo perché dovevo andare direttamente a Gesù, alla sua Parola, fidarmi di lui, del suo amore per me, indipendentemente da tutto e tutti. Dovevo andare da lui perché non c’è altra strada.

Gesù è paziente. Mi ha aspettato, mi ha cercato. E mi ha trovato. O meglio, l’ho trovato che mi aspettava.

Ma perché prima non mi interessava niente di Gesù, della Bibbia (anche prima della delusione di cui ho parlato sopra) e poi invece sì? Quale è stata la differenza?

Beh, è successo che a un certo punto qualcuno a cui tenevo, di cui mi fidavo veramente, mi ha parlato di lui. La cosa all’inizio mi disturbava perché pensavo che avrebbe potuto essere un intralcio, un fastidio nel nostro rapporto. E allora ho iniziato a leggere la Parola, ma solo per ribattere, per dimostrare che era tutto assurdo. Ma Dio non ha permesso che colui che mi diceva di smettere di leggere, di lasciar perdere, avesse il sopravvento. Il seme caduto su un terreno che sembrava pietroso, aveva trovato un po’ di terra. Le spine che sembravano soffocare il messaggio, non riuscirono a fermare la crescita della piantina, che si faceva spazio, magari ferita, ma usciva da quel groviglio pungente.

Ho continuato a leggere. E lì, piano piano, ho trovato me stesso, il mio vero me stesso. Ma l’ho trovato spiegato in quelle pagine da chi mi amava di un amore che mi lasciava senza fiato, stordito.

Ho accettato quell’amore e ho continuato a leggere e vivere con quelle parole nel mio cuore.

Non so se sei ancora qui, se sei arrivato in fondo a questo post. Non so nemmeno se leggerai il prossimo. Se lo farai sarò contento, saremo contenti. Ma la cosa realmente importante è che tu non smetta di leggere la Parola di Dio. Leggila e non lasciarti distrarre, non lasciarti fermare da un impedimento, da qualche persona che ti ha deluso, da un titolo di un capitolo, dalle prime frasi di un versetto. O di un blog...

Non permettere che qualcuno ti impedisca di ascoltare le parole che Gesù vuole dirti, di donarti l’amore che vuole darti.

Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna! (Giovanni 6:68)

Difatti la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui, non sarà deluso». (Romani 10:11)