Ci sono giorni grigi, dove il sole non si vede e non scende nemmeno la pioggia. Il cielo scuro e le nuvole ferme sembrano essere un’immagine di quello che proviamo dentro: non c’è un pensiero, una parola o un sorriso luminoso che riesca a rischiarci, ma non ci sono nemmeno le lacrime di un pianto liberatorio. Tutto è sospeso.
Sono quei giorni in cui il ricordo delle giornate di sole passate non riesce a consolarti e darti speranza per un prossimo futuro sereno. È come se quella coltre scura non impedisse solo al sole di uscire, ma riuscisse anche a farti dimenticare che il sole tornerà a illuminarti e scaldarti come ha fatto tante altre volte. E ti dimentichi che il sole c’è comunque, dietro quelle nuvole, anche se adesso non lo vedi.
Ci sono anche giorni dove quello che fai lo fai per obbligo, non per piacere o per la gratificante consapevolezza che serve, che contribuisce alla tua vita e a quella degli altri.
E allora il cuore diventa pesante, ogni battito sembra far fatica a farne seguire un altro. A volte è lui stesso, il tuo cuore, a puntare il dito, a dirti che non dovresti stare così, che dovresti reagire, che in fondo hai tante cose, che dovresti essere contento e riconoscente. Ma non ci riesci. Forse qualche volta il tuo cuore, la tua coscienza, la voce dentro te ha ragione ad accusarti. O forse no.
Poiché se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. (1 Giovanni 3:20). Cosa vuol dire? Qualcuno ha giustamente commentato: «Perché i nostri cuori dovrebbero condannarci? Apparentemente non è importante. Ognuno di noi sa con quanta facilità la coscienza può renderci inefficaci. Il dubbio, la colpa e il fallimento non sono mai lontani da nessuno di noi. A volte i nostri dubbi sono il risultato delle nostre azioni o delle nostre inattività. A volte è l’"accusatore" che coglie le nostre debolezze e mancanze e le eleva così tanto che ci chiediamo se possiamo davvero essere nella verità [cioè in quella condizione che rende il nostro cuore sicuro davanti a Dio, vedi v. 19]. Allora cosa possiamo fare? Possiamo ricordarci che Dio capisce tutto. La sua parola e la sua verità sono più grandi dei nostri sentimenti o della nostra coscienza. Possiamo riposare nel suo amore per noi e vivere in quell'amore e per quell'amore. Non ci scuseremo di alcun peccato, ma non ci accuseremo inutilmente» (Glenn W. Barker).
Se oggi per te è uno di quei giorni, se oggi il tuo cuore ti sta puntando il dito addosso, confida nel fatto che Dio conosce e capisce perfettamente il perché di ogni tuo sentimento, di ogni tuo sospiro. Se il tuo cuore ha ragione, aprilo e svuotalo davanti a Lui. Se invece è solo una nuvola nera che vuole oscurare la luce, che vuole impedirti di vederla, allora sappi che puoi tranquillamente confidare anche oggi in colui è il sole dietro ogni nuvola, in colui che, in ogni caso, è più grande del tuo cuore e conosce ogni cosa.
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