Un altro degli effetti della guerra in Ucraina è il taglio delle forniture di gas e, in parte, anche di quelle alimentari. Questo spinge gli stati europei a cercare soluzioni alternative per svincolarsi dalle dipendenze da quanto arrivava finora dalla Russia e dall’Ucraina. Si parla quindi sempre più di autosufficienza o autarchia energetica e alimentare. Chi conosce la storia del nostro paese sa che in epoca fascista si promosse una politica, rivelatasi poi fallimentare, definita appunto ‘autarchica’, con l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza economica della nazione, eliminando il ricorso alle importazioni dall'estero e favorendo la produzione nazionale interna.
Ovviamente anche oggi per molte nazioni sarà impossibile raggiungere questi obiettivi, non avendo risorse interne sufficienti, e questo porterà gravi conseguenze, soprattutto per i paesi più poveri e maggiormente dipendenti dalle forniture estere.
Nella Bibbia troviamo tre volte il termine greco per ‘autarchia’, due volte come sostantivo e una come aggettivo. Indica la condizione di avere ciò che è sufficiente, che è adeguato, e l’essere contento per il proprio stato, della propria condizione al di là delle circostanze (in grassetto la traduzione in italiano):
- Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quello che vi è necessario, abbondiate per ogni opera buona (2 Corinzi 9:8). La prima ricorrenza ci ricorda che la nostra autarchia, la nostra autosufficienza, non viene da noi stessi, ma da Dio. Per chi crede, è lui la fonte di quello che abbiamo. Dio non ci dà tutto quello che vorremmo avere, ma tutto quello che ci è necessario. E non solo questo, fa di noi stessi strumenti, dei mezzi che dopo avere ricevuto abbondantemente da Dio, possono donare con la stessa abbondanza agli altri.
- Non lo dico perché mi trovi nel bisogno, poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo (Filippesi 4:11). L’apostolo Paolo era vissuto in ogni tipo di condizione, nell’abbondanza come nella penuria, e nel suo percorso di vita aveva imparato, giorno dopo giorno, a essere contento di quello che Dio gli forniva, del suo sostegno, del suo aiuto pratico e spirituale, consapevole che ogni sua possibilità, forza e capacità veniva direttamente da Dio: So vivere nella povertà e anche nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell’abbondanza e nell’indigenza. Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica (Filippesi 4:12-13); Non già che siamo da noi stessi capaci di pensare qualcosa come se venisse da noi, ma la nostra capacità viene da Dio (2 Corinzi 3:5).
- La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno (1 Timoteo 6:6). La pietà di cui parla la Bibbia è riverenza, dedizione verso Dio e la sua opera. Il servizio per Dio fatto con un animo contento, soddisfatto di quello che Dio dà, che non è schiavo della ricerca continua di qualcos’altro, di avere di più, di essere di più, è sicuramente un guadagno. Anzi, un grande guadagno. La pace che può derivare dal vivere con quello che Dio ci dà ed essere di questo contenti, soddisfatti, avendo la certezza che tutto proviene da un Dio che ci ama, non ha prezzo.
È giunto quindi il tempo per ognuno di noi di smettere di confidare nella nostra personale capacità autarchica di poter raggiungere qualsiasi tipo di autosufficienza, di indipendenza da Dio, ma di ristabilire le giuste priorità, cercando prima quel Dio che conosce i nostri reali e vitali bisogni (Matteo 6:31-34), dedicandoci al servizio della sua volontà.
È da Lui, in Lui e per Lui che il cristiano vive e impara a vivere. E lo fa anche per avere ciò che è necessario, per imparare a essere contento di quello che ha o che è. E questo sì che è un grande guadagno.
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