Abbiamo tutti ben presente la situazione di vedersi passare davanti il furbetto di turno mentre siamo in fila alla posta o alla cassa di un supermercato. C'è sempre quello che pensa che lui ha più motivi di altri o presunti privilegi o che semplicemente non gli importa di aspettare il proprio turno. Ieri il primo ministro Draghi ha richiamato alla coscienza di coloro che saltano la fila e si fanno vaccinare prima e al posto di altri che ne hanno maggior diritto, per anzianità, per malattia o perché lavorano in ambienti a rischio. Sono persone che non si curano delle liste e che, perché in una posizione che glielo permette o perché conoscono qualcuno che glielo consente, pensano prima di tutto e solo a se stessi. Sempre ieri abbiamo avuto notizia dell'ennesimo caso di mascherine date durante i primi mesi della pandemia a parenti e amici invece che alle case di riposo. Ennesimo, perché in questo anno di casi del genere ne abbiamo visti moltissimi. Ennesimo, perché è da sempre che qualcuno, incurante dell'altro, salta la fila e passa davanti (e agli italiani pare piaccia più che ad altri, vedi qui).
Con Dio non è e non sarà così. Gesù in più di una volta ha ricordato che “molti primi saranno ultimi e gli ultimi, primi” (Matteo 19:30; 20:16). Ci sono anche persone che pensano di essere migliori di altre, e per questo di aver diritto a un trattamento di favore, basato sulla propria pratica religiosa. Gesù affrontò l'argomento in diverse occasioni: «Due uomini salirono al tempio per pregare; uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così dentro di sé: “O Dio, ti ringrazio che io non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri; neppure come questo pubblicano. Io digiuno due volte la settimana, pago la decima su tutto quello che possiedo”. Ma il pubblicano se ne stava a distanza e non osava neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore!” Io vi dico che questo tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quello; perché chiunque s’innalza sarà abbassato, ma chi si abbassa sarà innalzato» (Luca 18:10-14).
Non chiunque mi dice: “Signore, Signore!” entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?” Allora dichiarerò loro: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!” (Matteo 7:21-23)
Fare la sua volontà non è pensare di conquistarsi il paradiso con qualche opera o perché pronunciamo il nome di un Signore che non abbiamo mai realmente conosciuto, ma è in primo luogo credere in lui: Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno (Giovanni 6:40). Poi vengono le buone opere, come conseguenza di quella fede basata esclusivamente sulla grazia di Dio, non sui nostri meriti personali: Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi: è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo (Efesini 2:8-10).
Qualcuno pensava anche che sarebbe stato sufficiente vantare di avere incontrato Gesù, di aver passato del tempo con lui per 'saltare la fila' e essere davanti a altri: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, stando di fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici”. Ed egli vi risponderà: “Io non so da dove venite”. Allora comincerete a dire: “Noi abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle nostre piazze!” Ed egli dirà: “Io vi dico che non so da dove venite. Allontanatevi da me, voi tutti, malfattori” (Luca 13:24-27).
La porta stretta è quella dove si passa senza portarsi dietro niente. Nessun privilegio di famiglia o di conoscenze importanti e nessuna buona opera da vantare. Si passa solo dopo aver riconosciuto, come il pubblicano della parabola, che abbiamo bisogno del perdono e della grazia di Dio, della guarigione dal virus del peccato, come chiunque altro.
Grazie a Dio, il vaccino che ci guarisce per l'eternità è a disposizione di tutti, sufficiente per tutti e gratuito. Crediamo in lui e entriamo per la porta stretta che conduce alla vita. Lo faremo però uno alla volta, quando è il nostro turno e senza alcuna possibilità di saltare la fila.
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