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Scandalo!

La parola ‘scandalo’ deriva dal greco skandalon, che significa ‘inciampo, ostacolo’ e viene usata per tutto quello che causa un turbamento della sensibilità morale. Ovvio che se cambia la morale personale e comune, cambia anche la nostra reazione a tutto quello che anche solo fino a poco tempo fa, creava questo turbamento. Sono quindi sempre meno quelli che si scandalizzano per quello che vediamo e sentiamo in TV o sui social. Al limite ci si scandalizza del fatto che ci sia qualcuno che si scandalizzi. Nel mondo del tutto è lecito, senza più freni, filtri o limiti, non c’è più spazio per chi si scandalizza di qualcosa o di qualcuno.

Troviamo lo stesso termine diverse volte nella Bibbia, in particolare nei vangeli. Per quelli del suo tempo, in particolare i religiosi, gli insegnamenti e la stessa persona di Gesù erano qualcosa di scandaloso: Recatosi nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga, così che stupivano e dicevano: «Da dove gli vengono tanta sapienza e queste opere potenti? Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte tra di noi? Da dove gli vengono tutte queste cose?» E si scandalizzavano a causa di lui. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria e in casa sua» (Matteo 13:55-57).

Lo scandalo si faceva sempre più forte quando Gesù metteva a nudo la loro ipocrisia: Ipocriti! Ben profetizzò Isaia di voi quando disse: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d’uomini”». Chiamata a sé la folla, disse loro: «Ascoltate e intendete: non quello che entra nella bocca contamina l’uomo; ma è quello che esce dalla bocca che contamina l’uomo!» Allora i discepoli si avvicinarono e gli dissero: «Sai che i farisei, quando hanno udito questo discorso, ne sono rimasti scandalizzati?» (Matteo 15:7-12).

Ma anche gli stessi suoi discepoli, coloro che lo seguivano, ebbero reazioni simili quando Gesù parlava di sé come della manna, del pane disceso dal cielo come dono di Dio, di cui gli uomini avrebbero dovuto ‘cibarsi’ per essere salvati: Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano di ciò, disse loro: «Questo vi scandalizza? (Giovanni 6:61).

Ancora oggi il messaggio di un Dio che si fa uomo, donandosi ad esso in sacrifico, rimane qualcosa di scandaloso e folle, quello che Paolo chiama lo scandalo della croce (Galati 5:11): ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo e per gli stranieri pazzia (1 Corinzi 1:23). Il fatto che Gesù sia morto per il nostro peccato è ancora per molti, moltissimi, un grande ostacolo, perché implica riconoscere il proprio stato di peccatore e il bisogno di un salvatore. Ma Gesù dirà: Beato colui che non si sarà scandalizzato di me! (Matteo 11:6; Luca 7:23).

Gesù ebbe anche parole particolarmente dure per coloro che provocano quelli che lui vede essere veri scandali, cioè quelli che con il loro comportamento sono di inciampo, di offesa per coloro che credono, che come bambini hanno accettato con umiltà e fede semplice il messaggio del vangelo: Ed egli, chiamato a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Chi pertanto si farà piccolo come questo bambino, sarà lui il più grande nel regno dei cieli. E chiunque riceve un bambino come questo nel nome mio, riceve me. Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare. Guai al mondo a causa degli scandali! perché è necessario che avvengano degli scandali; ma guai all’uomo per cui lo scandalo avviene! (Matteo 18:2-7).

Mentre cerchiamo di non essere noi stessi, con il nostro comportamento, di scandalo per altri, accettiamo con gioia lo “scandalo della croce”, credendo in colui che per molti rimane una “pietra di scandalo”, sapendo però che “chi crede in lui non sarà deluso” (Romani 9:33).



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