Mascherine e altri dispositivi di protezione individuale, tamponi, reagenti. Posti letto, medici e infermieri. Merci al supermercato, medicinali in farmacia. Ammortizzatori sociali, fondi per persone e imprese. Ogni giorno vediamo quanto il fabbisogno di tutto questo sia, se non crescente, almeno costante. Sembra che quello che c’è o di cui si ha bisogno non sia mai abbastanza, che ci sia sempre qualcosa che manca. Ecco, è di sufficienza e insufficienza che vogliamo parlare oggi.
Ci sono situazioni, reali o percepite, per cui ci sembra che non siamo mai in grado di raggiungere la piena soddisfazione dei nostri bisogni. Questo non solo quando le cose effettivamente mancano, ma anche quando abbondano. Dio lo illustra molto bene parlando di un tempo specifico della storia d’Israele: Ora così parla il SIGNORE degli eserciti: «Riflettete bene sulla vostra condotta! Avete seminato molto e avete raccolto poco; voi mangiate, ma senza saziarvi; bevete, ma senza soddisfare la vostra sete; vi vestite, ma non c’è chi si riscaldi; chi guadagna un salario mette il suo salario in una borsa bucata». (Aggeo 1:5-6). Il loro problema stava nel fatto che tutti i loro sforzi erano solo per fini personali, egoistici, mentre c’era un’opera comune da portare avanti (Aggeo 1:9). Il problema ancora più profondo era che questo era il segno di un loro allontanamento da Dio, da colui che poteva far sì che non si disperdesse quello che si stava costruendo: Il mio popolo infatti ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente d’acqua viva, e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che non tengono l’acqua (Geremia 2:13).
Dio vuole insegnarci a costruire con lui, per non disperdere quello che seminiamo (Matteo 12:30), per non confidare solo sulla nostra autosufficienza: Se il SIGNORE non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori (Salmo 127:1). E ci insegna ad avere una sana dipendenza da lui, anche in preghiera, che non sia solo rivolta alla nostra personale momentanea soddisfazione, perché altrimenti c’è il serio rischio di rimanere a mani vuote: non avete, perché non domandate; domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri (Giacomo 4:2-3).
Abbiamo bisogno di costruzioni che reggano, di raccolti che portino frutto, di scorte che non si esauriscano. Abbiamo bisogno che la nostra sete sia placata, soddisfatta. Avete presente quella sete che, durante una calda giornata d’estate, o dopo una corsa sotto il sole o una grande fatica, non se va? Sembra che non riusciamo a domarla, che abbiamo ancora bisogno di acqua o di qualunque cosa che ci disseti. In ogni caso, dopo aver bevuto, la sete prima o poi torna e così dopo aver mangiato, la fame prima o poi torna. Il nostro corpo ne ha un bisogno costante e ripetuto.
Gesù è venuto per soddisfare queste nostre esigenze, per colmare le nostre insufficienze, le eterne insoddisfazioni, la nostra continua e inesauribile sensazione che ci manchi sempre qualcosa, che va ben al di là dei nostri bisogni fisici e materiali, come disse alla donna al pozzo: Gesù le rispose: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna». La donna gli disse: «Signore, dammi di quest’acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più fin qui ad attingere» (Giovanni 4:13-15).
Gesù disse loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete. (Giovanni 6:35)
Rispondiamo ora all’appello finale della Scrittura, al richiamo che Gesù, lo Spirito e la chiesa fanno a ognuno di noi: «Ogni cosa è compiuta. Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell’acqua della vita. Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!» E chi ode, dica: «Vieni!» Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita (Apocalisse 21:6-17). Bere, per non avere più sete e per avere a disposizione una fonte inesauribile di vita.
E poi, una volta ricevuto quello che è totalmente sufficiente per noi, condividiamolo e sperimenteremo che se anche attingiamo dalle nostre scorte per farne parte ad altri, la nostra vita non ne se ne troverà mai mancante, ma sempre piena e abbondante: Date e vi sarà dato; vi sarà versata in seno una buona misura, pigiata, scossa, traboccante (Luca 6:38).
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