Stanno arrivando. Tra non molto dovremmo avere a disposizione più vaccini che dovrebbero fermare, in maniera si spera definitiva, questa pandemia. Da un lato un business colossale per le case farmaceutiche e qualche ombra su tutta l’operazione, dall’altra una notizia attesa da mesi da tutto il mondo.
Per giungere a questo punto ogni vaccino è dovuto passare attraverso diverse fasi di sperimentazione, fino al test sulle persone, per poi arrivare a essere omologato dalle agenzie del farmaco nazionali e internazionali.
Del bisogno e del valore assoluto della prova, del test della nostra fede, ne abbiamo parlato più volte, anche recentemente. Un test che dovremmo affrontare con gioia, in attesa del suo benefico risultato: Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell’oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo (1 Pietro 1:6-7).
Ma questi test sono necessari e nessuno di noi ne resterà privo, perché l’obiettivo è essere trovati omologati per il cielo. Cerchiamo di spiegarci meglio. Nel greco del Nuovo Testamento troviamo più volte il verbo homologeō, da cui derivano anche le parole italiane omologare, omologazione e altre. Nella Scrittura la parola ha una varietà di significati, partendo da quello base di ‘dire la stessa cosa, essere concordi’[1].
Noi abbiamo bisogno di omologare la nostra fede, nel senso che dobbiamo essere concordi con quello che Dio dice, ponendo la nostra fiducia in lui, essendo in sintonia con lui, in armonia con la sua Parola. Ecco che allora la nostra parola assume anche il significato di ‘confessare la propria fede, riconoscere pubblicamente’ (vedi questo uso in passi come 1 Timoteo 6:12 e 1 Giovanni 4:15).
Abbiamo sperimentato personalmente la veridicità delle parole di Dio e ci siamo omologati a esse per fede, confessando e riconoscendo pubblicamente di aver creduto in Gesù e nella sua opera fatta per noi? Se abbiamo dei dubbi, facciamo ancora un nuovo test: Esaminatevi per vedere se siete nella fede; mettetevi alla prova. Non riconoscete che Gesù Cristo è in voi? A meno che l’esito della prova sia negativo. (2 Corinzi 13:5). Se l'esito è positivo, da quel momento inizia una relazione personale con colui che è il nostro Salvatore e Signore. Ed ecco che sarà egli stesso a dichiararci omologati: Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli (Matteo 10:32). La promessa di Gesù di essere riconosciuti (‘omologati’) davanti al Padre, viene ribadita ancora nell’ultimo libro della Bibbia: Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli (Apocalisse 3:5). Gesù riconoscerà pubblicamente che siamo suoi, scritti per sempre nel libro della vita, salvati per fede da lui grazie al suo sacrificio!
Sì, le prove, i test sono necessari, ma l’omologazione risulta sicura per tutti coloro che confessano, che riconoscono che Gesù è il Figlio di Dio, il Signore e Salvatore della propria vita. E sarà lui stesso a dichiararci omologati per il cielo, riconoscendoci pubblicamente davanti al Padre, vaccinati e protetti da qualsiasi giudizio. Un vaccino testato, omologato, gratuito e a disposizione di tutti.
[1] Per una trattazione più completa sull’uso del verbo homologeō e dei suoi derivati, si veda l’articolo “Omologazioni” nell’ultimo numero del notiziario dell’Associazione Italiana Traduttori della Bibbia (AITB), da cui abbiamo anche preso spunto per questo post: https://www.aitb.it/wp-content/uploads/ParolaAzioni2_20.pdf
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