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The show must go on!

Quella del mondiale di calcio in Qatar è la chiara dimostrazione che “lo spettacolo deve continuare” sempre, a qualsiasi costo e a qualsiasi condizione. È sicuramente piacevole e appassionante per molti seguire una bella partita, ovviamente in primo luogo se della propria nazione, e fare festa negli stadi per quelli che sono presenti. Ma tutto questo spettacolo ha avuto un costo altissimo. I dati parlano non solo di sfruttamento degli operai, con salari da fame e orari massacranti, ma anche di 6500 persone morte durante la costruzione degli stadi e delle varie infrastrutture. 64 partite e 6500 morti... più di 100 morti a partita! Tutto questo, in un paese ricco e profondamente religioso, ma che non rispetta i basilari diritti umani, non ha fermato lo show business, il grande mercato che sta dietro queste manifestazioni e l’enorme ipocrisia di tutto il mondo del calcio, ma certamente non solo di quel mondo.

La Bibbia ci parla spesso di personaggi, anche religiosi, che portavano avanti il loro spettacolo personale, nonostante la palese ipocrisia che stava alla base del loro agire. Dal re Saul che, disubbidiente a Dio, chiede al profeta Samuele che lo aveva smascherato, di far finta di niente davanti al popolo e davanti a Dio: Allora Saul disse: «Ho peccato; ma tu adesso onorami, ti prego, in presenza degli anziani del mio popolo e in presenza d’Israele; ritorna con me e mi prostrerò davanti al SIGNORE, al tuo Dio». (1 Samuele 15:30). Fino a tutti quei “pii” uomini di Israele che facevano suonare le trombe davanti a loro per essere onorati dagli uomini per le loro offerte, a quelli che si mettevano in bella mostra nella sinagoghe e nelle piazze per essere visti da tutti mentre pregavano, e agli altri che si sfiguravano il volto per far vedere quanto stavano soffrendo a causa del digiuno che stavano facendo. Parlando di tutti loro (e chiamandoli ipocriti) Gesù dice: “Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno” (Matteo 6:2, 5, 16)... cioè uno spettacolo pubblico, ma solo un ridicolo spettacolo.

A noi il Signore chiede invece sincerità e trasparenza nel nostro agire, come si premuravano di fare i veri uomini di Dio: Questo, infatti, è il nostro vanto: la testimonianza della nostra coscienza di esserci comportati nel mondo, e specialmente verso di voi, con la semplicità e la sincerità di Dio, non con sapienza carnale ma con la grazia di Dio... Noi non siamo infatti come quei molti che falsificano la parola di Dio; ma parliamo mossi da sincerità, da parte di Dio, in presenza di Dio, in Cristo... con purezza, con conoscenza, con pazienza, con bontà, con lo Spirito Santo, con amore sincero (2 Corinzi 1:12; 2:17; 6:6) perché “Lo scopo di questo incarico è l’amore che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera.” (1 Timoteo 1:5).

Gesù ha sempre accolto tutti coloro che andavano a lui con sincerità, qualsiasi fosse la loro colpa, ma ha sempre condannato l’ipocrisia (Matteo 23:13-35).

Ora noi non dobbiamo certo colpevolizzarci se guardiamo una partita dei mondiali, ma dobbiamo saper riconoscere le evidenti ipocrisie di questo mondo. Lasciamo pure che lo spettacolo continui, ma noi, per quello che riguarda la nostra anima, la nostra vita, andiamo al Signore così come siamo, senza maschere o finzioni, sapendo che Dio accoglie tutti coloro che si avvicinano a lui con fede e con cuore sincero, grazie all’opera di Gesù: Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno... avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura (Ebrei 4:16; 10:22).


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