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Troppo bello per essere vero?

Ascoltate un telegiornale, leggete un quotidiano o una news sul cellulare. Quanto di quello che leggete è una buona notizia e quanto invece una drammatica sequela di disgrazie e problemi di ogni genere? Non c’è paragone, le brutte notizie superano di gran lunga le buone.

C’è chi, come Gabriele Romagnoli con la sua rubrica “La prima cosa bella” su Repubblica, prova a dare ogni giorno, per cinque giorni alla settimana, delle buone notizie. Sono ovviamente notizie date dal punto di vista strettamente personale di chi le presenta, che vengo viste come buone, come cose belle da raccontare. Ma spesso sono messe in un angolino, sommerse da tante notizie di carattere e contenuti ben diversi.

Il primo messaggio al popolo che leggiamo nei Vangeli riguarda la nascita di Gesù: L’angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore. (Luca 2:10-11). Si parte subito con una buona notizia quindi. Naturale che sia così, visto che ‘vangelo’ (greco euaggelion) vuol dire proprio ‘buona notizia, buon annuncio.’ Se a quel tempo ci fosse stato un sistema di comunicazione globale, quel giorno avrebbe esordito quindi con questo benaugurante e travolgente messaggio: è nato il Salvatore!

O no? O forse il messaggio sarebbe stato relegato tra le news di minore importanza?

Quella buona notizia è comunque andata avanti, è stata diffusa e continua a esserlo. Più di 7 miliardi di persone al mondo oggi possono leggere quel messaggio, contenuto nei Vangeli, nella propria lingua.

Eppure per molti, purtroppo per la stragrande maggioranza del mondo, quello è un messaggio ignorato, non creduto, respinto (Romani 10:16; Ebrei 4:2).

I discepoli di Gesù avevano invece accolto lui, l’oggetto della buona notizia, con entusiasmo. Lo avevano seguito e condiviso insieme l’annuncio di quel messaggio racchiuso nella sua persona. A un certo punto però arriva la sua morte, preannunciata varie volte ma non capita fino in fondo nel suo fondamentale significato, anche dagli stessi discepoli.

Quante buone notizie poi svaniscono in fretta e il loro effetto benefico sparisce in breve tempo… ma così non sarebbe stato per quello che riguardava Gesù. Si presenta ai suoi, vivente dopo essere risorto dai morti, con ancora addosso i segni della crocifissione. I suoi discepoli sono addirittura spaventati dalla sua improvvisa apparizione (Luca 24:36-40). Ma poi arriva la gioia, una gioia che fanno fatica a metabolizzare, a credere: per la gioia non credevano ancora e si stupivano (Luca 24:41). Non credevano… per la gioia! Era troppo bello per essere vero! Ma lo era, Gesù era lì, la buona notizia di una trentina di anni prima, e annunciata per vari anni (Luca 4:43; 8:1), ora era confermata dalla sua vittoria sulla morte. Gesù è veramente il Salvatore di tutti coloro che credono in lui!

Gesù è nato per portare al mondo un messaggio che non esaurisce il suo effetto nel tempo, è ancora una breaking news quotidiana, la notizia del giorno. Troppo bello per essere vero? Provare per credere, credere per provarlo. Non releghiamo questo messaggio tra le cose già sentite e subito scartate, senza mai averne sperimentato l’effetto su di noi. Ascoltiamolo attentamente, leggiamolo ancora e facciamolo nostro, senza timore e con gioia, come deve essere accolto ogni messaggio positivo. Un messaggio che è, e continua a essere, una notizia molto, molto buona. Anzi, LA buona notizia.

Infatti, «ogni carne è come l’erba, e ogni sua gloria come il fiore dell’erba. L’erba diventa secca e il fiore cade, ma la parola del Signore rimane in eterno». E questa è la parola della Buona Notizia che vi è stata annunciata. (1 Pietro 1:24-25).


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