Qualcosa sfugge. Nei grovigli del sistema paese non è sempre facile controllare tutto e tutti, perciò può succedere che ci siano anche persone indegne, o che non hanno i requisiti adatti, che si ritrovino, dopo aver fatto domanda, con aiuti economici pur non avendone né bisogno né diritto, mentre c’è chi aspetta da tempo quello che legittimamente gli è dovuto. Ci sono anche mafiosi che, causa il rischio di contagio, ottengono la libertà dal carcere nonostante il rischio concreto che una volta usciti facciano perdere le loro tracce o inizino a tramare nuove attività criminose.
Se nei confronti dello Stato qualche volta può succedere che richieste improprie abbiano un riscontro positivo, con Dio la cosa funziona diversamente. Quel Dio che è pronto ad ascoltare ogni parola, ogni sospiro, ogni grido disperato, è nel contempo un Dio che non si può ingannare e che non si lascia ingannare (Galati 6:7).
Se andiamo a Dio con l’intento di ottenere qualcosa che non è giusto, Dio lo sa e lo vede e non ci risponderà: Se nel mio cuore avessi tramato il male, il Signore non mi avrebbe ascoltato (Salmo 66:18).
Come abbiamo, grazie all’opera di Gesù, la piena possibilità di essere perdonati e potere accedere liberamente alla presenza del Padre per presentargli le nostre richieste, così i nostri peccati per i quali non abbiamo chiesto perdono fanno sì che Dio rifiuti di ascoltarci: Ecco, la mano del SIGNORE non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire; ma le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto. (Isaia 59:1-2). Andiamo quindi prima a lui confessando i nostri errori e avremo un Dio pronto ad ascoltarci e a intervenire amorevolmente nei nostri confronti: Chi copre le sue colpe non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia (Proverbi 28:13; vedi 1 Giovanni 1:9).
Vorremmo ora evidenziare velocemente altri tre di quelli che abbiamo voluto chiamare ‘vizi di forma’, cioè impedimenti che fanno sì che a una domanda non si ottenga una risposta o la risposta desiderata.
Partiamo da un aspetto poco considerato, ma molto importante: Se uno volge altrove gli orecchi per non udire la legge, la sua stessa preghiera è un abominio. (Proverbi 28:9). Con questa dichiarazione netta e forte Dio ci vuole insegnare che talvolta gli facciamo domande e richieste per le quali abbiamo già una risposta nella sua Parola. La preghiera è un dialogo con Dio, con noi che parliamo, chiediamo, invochiamo e Dio che risponde. E spesso, molto spesso, la sua risposta ci arriva proprio da quel libro delle risposte che è la Bibbia. Leggiamola con costanza e scopriremo quanto di quello che avremmo voluto chiedere o sapere è già fissato nel Libro di Dio, che diventa parola vivente e efficace per noi nel momento del bisogno.
Quest’altro aspetto forse ci sorprenderà: Chi chiude l’orecchio al grido del povero griderà anch’egli, e non gli sarà risposto. (Proverbi 21:13). Dio lega la risposta alle nostre preghiere anche al nostro atteggiamento nei confronti di chi ha bisogno: Non è forse questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo, che quando vedi uno nudo tu lo copra e che tu non ti nasconda a colui che è carne della tua carne?... Allora chiamerai e il SIGNORE ti risponderà; griderai ed egli dirà: “Eccomi!” (Isaia 58:7, 9).
Infine, la mancata risposta può partire anche da dentro le nostre mura domestiche, dove troppo spesso si manifestano comportamenti che, oltre a essere inaccettabili, sono anche impedimenti alle nostre preghiere: Anche voi, mariti, vivete insieme alle vostre mogli con il riguardo dovuto alla donna, come a un vaso più delicato. Onoratele, poiché anch’esse sono eredi con voi della grazia della vita, affinché le vostre preghiere non siano impedite. (1 Pietro 3:7). Allo stesso modo, un impedimento è anche l’avere qualcosa contro qualcuno (Matteo 5:23-24) o il non voler perdonare (Marco 11:25).
Noi possiamo avere la certezza che di fatto Dio risponde sempre, ma la sua risposta può essere "sì", "no" o "non ora". Molto, nella sua risposta, dipenderà dalla fede che abbiamo nelle sue capacità, nel modo, nell’atteggiamento con cui ci avviciniamo a Dio e dagli impedimenti che toglieremo dalle nostre vite.
Detto e fatto questo, andiamo a Dio con fiducia. Le nostre richieste troveranno sempre un Padre pronto a rispondere. Non si perderanno nell’aria, non si confonderanno tra quelle di mille altri: Invocami nel giorno della sventura; io ti salverò, e tu mi glorificherai (Salmo 50:15).
Forse abbiamo bisogno di aiuto pratico e materiale o andiamo a lui per motivi di salute. Come Gesù fece con il cieco Bartimeo, sentiremo la sua voce che ci dice: Che cosa vuoi che ti faccia? (Marco 10:51). Se poi quello di cui abbiamo bisogno è di saggezza sul da farsi, sui passi futuri da intraprendere, allora sentiremo quella stessa voce che si rivolse a Salomone dicendogli: Chiedimi ciò che vuoi che io ti dia (2 Cronache 1:7).
Sì, insieme alle molte cose che abbiamo da chiedergli, troveremo anche colui che ha molte cose da comunicarci: Invocami, e io ti risponderò, ti annuncerò cose grandi e impenetrabili che tu non conosci (Geremia 33:3).
Dio ha ascoltato, è stato attento alla voce della mia preghiera. Benedetto sia Dio, che non ha respinto la mia preghiera e non mi ha negato la sua grazia (Salmo 66:19-20).
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