In questi mesi abbiamo imparato più o meno tutti a usare piattaforme di videoconferenza per ‘vederci’ con amici e parenti, fare telelavoro e scuola a distanza, ma anche riunioni di chiesa. Una delle più usate in assoluto è stata Zoom che, come ricorda il nome, ha portato più vicini quelli che erano lontani e separati fisicamente.
Rimane però la distanza fisica. Anche in questi giorni di riapertura, dobbiamo lasciare uno certo spazio tra noi e l’altro, in qualsiasi attività noi svolgiamo. Molti si stanno attrezzando anche con barriere in plexiglass che dividano dal contatto diretto con le persone. Un nuovo sistema di vita che probabilmente ci accompagnerà per lungo tempo, dove “distanza sociale” è la parola chiave.
Abbiamo parlato più volte della distanza tra l’uomo e Dio, fin dal giardino dell’Eden, a causa del peccato dell’uomo che ha creato una barriera, uno spazio invalicabile, che ci impediva l’accesso alla presenza di Dio: ma le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto (Isaia 59:2).
L'intervento stesso di Dio, in Cristo, ha colmato la distanza: Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo... Con la sua venuta ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini (Efesini 2:13, 17); Perché per voi è la promessa, per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà» (Atti 2:39).
Non esistono più differenze in Cristo, tutti possiamo essere riavvicinati al Signore grazie al suo sacrificio, annunciandoci la pace nella sua persona tra noi e Dio.
Anche nel luogo più sacro, nel tempio di Gerusalemme, poteva entrare alla presenza di Dio, solo il sommo sacerdote e solo una volta all’anno. Oltrepassava la cortina, il velo che separava il luogo santo dal luogo santissimo, e lì Dio si manifestava all’uomo, mentre il sacerdote offriva sacrifici per i suoi peccati e per quelli del popolo d’Israele (Ebrei 9:7).
Ma anche quella cortina, quel velo impenetrabile che ci separava dalla presenza di Dio è stato squarciato da Gesù nel momento stesso della sua morte: E Gesù, gettato un gran grido, rendé lo spirito. E la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo (Marco 15:37-38).
Ora la via è libera e l’invito è ad avvicinarci a lui senza timore, distanze, senza più barriere: Avendo dunque, fratelli, libertà d’entrare nel santuario in virtù del sangue di Gesù, per quella via recente e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, e avendo noi un gran Sacerdote sopra la casa di Dio, accostiamoci di vero cuore, con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica dalla mala coscienza, e il corpo lavato d’acqua pura. Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse. (Ebrei 10:19-23; vedi anche Ebrei 9:28).
Essersi avvicinati per fede al Dio che si è avvicinato a noi in Cristo, è garanzia della nostra salvezza e del suo intervento quotidiano nella nostra vita, non più come un Signore lontano e inavvicinabile, ma come una presenza costante al nostro fianco e a nostro favore: Questa speranza la teniamo come un’àncora dell’anima, sicura e ferma, che penetra oltre la cortina (Ebrei 6:19), perché egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro (Ebrei 7:25).
Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi (Giacomo 4:8). Una zoomata decisa verso la vita.
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