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Angelo nel fango

Il peggio forse è passato, ma l’emergenza non è ancora finita. Alcuni giorni di pioggia hanno sommerso città e paesi della Romagna, inondando di fango case e campi, portando morte e distruzione. Come accade sempre più spesso, una tragica combinazione di fenomeni climatici estremi, sempre meno “naturali”, e una cementificazione non sempre oculata, hanno portato alle conseguenze che vediamo in questi giorni e che sono, purtroppo, sempre più ricorrenti nel nostro paese.

Nelle prossime settimane ci sarà un duro lavoro per strappare dal fango quello che ancora si può salvare, per ripulirlo e poterlo riutilizzare. Molti giovani, così come era successo per l’alluvione di Firenze del ’66 e in varie altre occasioni, si sono presentati nei luoghi colpiti per aiutare in tutti i modi possibili, spesso accampati in luoghi di fortuna, bagnati e sporchi di quel fango, che li ha portati ad essere chiamati, oggi come allora, “gli angeli del fango”.

Può succedere anche nella nostra vita che delle acque ci travolgano all’improvviso, facendoci affondare in un pantano fangoso da cui è difficile districarci. A volte possono essere stati fattori esterni, ma in altre circostanze siamo noi stessi che abbiamo creato o favorito le condizioni negative di quelle situazioni. Talvolta proviamo a uscirne da soli, ma spesso più cerchiamo di venirne fuori e più andiamo a fondo. Abbiamo allora bisogno di un aiuto esterno, di qualcuno che ci allunghi la mano e ci tragga fuori (vedi Salmo 18:16; 40:2 e il post Fuori dal pozzo). Abbiamo bisogno anche noi di un angelo, ma non di un angelo qualsiasi.

Nell’Antico Testamento ci viene presentata la figura di un angelo di Dio, cioè di un ‘messaggero’, un ‘inviato’ (questo il significato del nome ‘angelo’) molto speciale: l’Angelo del SIGNORE, identificabile in molti passi come Dio stesso. Si tratta quasi certamente di una delle presenze di Gesù prima della sua incarnazione. Ed è lui che interviene in diverse circostanze per portare annunci, liberare, proteggere e salvare coloro che confidavano in Dio. Ma quello stesso Angelo del Signore sarà poi mandato dal Padre a dare la sua vita per salvare gli uomini, per trarli da quel fango in cui erano finiti. Dio che si sporca, che si fa angelo nel nostro fango del peccato, accampato vicino a noi per lavarci e liberarci (2 Corinzi 5:21).

Se siamo in acque pericolose, se sentiamo i piedi affondare, chiediamo con fiducia a Gesù, all’Angelo del SIGNORE, di toglierci da quella situazione in cui siamo finiti. Lui è fedele e lo farà, donandoci anche le indicazioni per affrontare un nuovo cammino, in luoghi più sicuri.


Quest’afflitto ha gridato, e il SIGNORE l’ha esaudito;

l’ha salvato da tutte le sue disgrazie.

L’angelo del SIGNORE

si accampa intorno a quelli che lo temono, e li libera.

Provate e vedrete quanto il SIGNORE è buono!

Beato l’uomo che confida in lui. (Salmo 34:6-8)


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