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Buon viaggio (prima parte)

Finalmente non ci sono più i vincoli che ci tenevano dentro i confini della nostra regione. Possiamo di nuovo viaggiare, andare a trovare parenti e amici che non vedevamo di persona da mesi, o semplicemente tornare a visitare luoghi amati o scoprirne di nuovi. Forse anche per chi non tornerà subito a muoversi di regione in regione, rimane bello il pensare di poterlo fare se lo si volesse.

E quindi tornano le file ai caselli autostradali e i treni sono di nuovo affollati. Siamo anche disposti a sacrifici pur di affrontare un viaggio, perché abbiamo una meta da raggiungere.

L’uomo viaggia da sempre, si sposta da un luogo all’altro per mille motivi, spinto dalla curiosità o, più spesso, dalla necessità. Viaggiare quindi per scoprire, per esplorare nuove terre, aprire nuove linee di commercio, ma anche per trovare un miglior posto dove vivere e lavorare. Solo nell’ultimo secolo si è iniziato a viaggiare per vacanza, per divertimento. Questo però non ha fermato altri viaggi, di quelli che fuggono da miseria, guerra e persecuzione. In questo mondo fortemente globalizzato il viaggio è diventato non un’alternativa, ma una necessità, qualunque siano i motivi che ci fanno muovere. Ecco perché le limitazioni ai viaggi tra città, regioni e paesi diversi ha sconvolto in parte la vita di molti.

La Parola di Dio può anche essere vista come un libro di viaggi. Innumerevoli infatti gli episodi che sono ambientati mentre le persone sono in movimento da un luogo all’altro. Il libro dell’Esodo ci parla del grande viaggio del popolo d’Israele dall’Egitto alla terra promessa in Canaan. Un viaggio epico e di massa, al punto che la parola ‘esodo’ viene usata nel linguaggio comune ogni qual volta moltitudini di persone si spostano. Mosè, che ebbe l’arduo compito di accompagnare il popolo in questo viaggio attraverso il deserto, voleva però avere una garanzia: Il SIGNORE rispose: «La mia presenza andrà con te e io ti darò riposo». Mosè gli disse: «Se la tua presenza non viene con me, non farci partire di qui. Poiché, come si farà ora a conoscere che io e il tuo popolo abbiamo trovato grazia agli occhi tuoi, se tu non vieni con noi? Questo fatto distinguerà me e il tuo popolo da tutti i popoli che sono sulla faccia della terra» (Esodo 33:14-16).

Anche se il popolo ha fatto di quel viaggio una lamentela continua (vedi post Mormorii lungo il cammino), Dio però non ha mancato di guidarli e proteggerli: Il SIGNORE andava davanti a loro: di giorno, in una colonna di nuvola per guidarli lungo il cammino; di notte, in una colonna di fuoco per illuminarli, perché potessero camminare giorno e notte. Egli non allontanava la colonna di nuvola durante il giorno, né la colonna di fuoco durante la notte, dal cospetto del popolo (Esodo 13:21-22).

Una volta arrivati finalmente alla fine del viaggio, Mosè ricorderà al popolo questa guida di Dio per tutti coloro che non sono stati ribelli a lui: Poiché il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha benedetto in tutta l’opera delle tue mani, ti ha seguito nel tuo viaggio attraverso questo grande deserto; il SIGNORE, il tuo Dio, è stato con te durante questi quarant’anni e non ti è mancato nulla (Deuteronomio 2:7).

Più il viaggio è stato lungo e difficile e più il raggiungimento della meta diventa momento di grande felicità. Israele non doveva però dimenticare quello che aveva imparato in quel viaggio: Ricòrdati di tutto il cammino che il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant’anni nel deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del SIGNORE (Deuteronomio 8:2-3).

Ora che possiamo ripartire, non dimentichiamo il viaggio che abbiamo appena passato. Un viaggio certo ben più breve dei quarant’anni di Israele, che ha girato attorno nel deserto prima di giungere alla meta, ma pur sempre un viaggio, senza spostamenti, che ci ha obbligati a stare fermi per un po’ nel nostro cammino di vita. Abbiamo imparato qualcosa o vogliamo solo dimenticare? Siamo pronti a ripartire avendo un nuovo bagaglio di esperienze che ci saranno indispensabili nel proseguire il viaggio? E, soprattutto, abbiamo una meta da raggiungere?

Possiamo fare il viaggio da soli, oppure chiedere a Dio di accompagnarci. Lui ci indicherà strada e obiettivo, garantendoci protezione e guida. E mentre siamo in viaggio avrà ancora molte cose da insegnarci.


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