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Il giusto interlocutore

In un mondo dove la burocrazia è difficile da sconfiggere, dove al posto di persone ci troviamo siti internet, voci pre-registrate, numeri verdi sempre occupati, è difficile trovare qualcuno a cui rivolgersi per essere ascoltato e trovare una soluzione ai nostri problemi. Spesso si viene sballottati da un ufficio all’altro o si deve digitare un numero sul telefono che ti rimanda a una musichetta e a una voce che dice di attendere in linea, la maggior parte delle volte invano.

Anche in queste convulse settimane si levano le proteste di coloro che, avendo diritto a dispositivi di protezione sanitaria, tamponi, sussidi economici, o solo di conoscere i protocolli di comportamento per riaprire la propria attività, hanno estrema difficoltà a trovare l’interlocutore giusto e una risposta adeguata.

Molti si trovano altrettanto confusi anche quando si devono rivolgere a Dio. Si passa da un intermediario all’altro, da un santo all’altro, scegliendone magari uno abbinato alla propria attività o il proprio bisogno specifico (la scelta è vasta). Oppure si cerca una persona particolare, che interceda per noi, magari in un edificio specifico. Per non parlare di chi cerca qualsiasi altra strada pur di trovare qualcuno che lo ascolti, essendo anche disposti a pagare grosse cifre a persone che si autoproclamano mediatori di Dio, sfruttando il dolore e il bisogno altrui.

Ma Dio non ha bisogno di interlocutori o mediatori. O meglio, è all’interno della sfera divina che noi troviamo tutto questo, senza aver bisogno di andare altrove. E lo possiamo fare in ogni momento e gratuitamente: Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa… Voi dunque pregate così: “Padre nostro… (Matteo 6:6, 9). Una preghiera diretta, da noi al Padre, senza luoghi particolari da cui farla, e per qualsiasi cosa: Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti (Filippesi 4:6).

Gesù è colui che ci ha aperto la strada, il libero accesso diretto al Padre (ne abbiamo parlato nel post Zoom! Colmare le distanze; vedi anche Efesini 2:17-18) e non abbiamo più bisogno di qualcuno che prenda il suo posto di mediatore, essendo lui l’unico mediatore: Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti… (1 Timoteo 2:4-5). Ecco perché Gesù ci invita a pregare direttamente il Padre, ma nel suo nome, cioè in armonia con al sua volontà e grazie alla sua opera per noi: …In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Fino ad ora non avete chiesto nulla nel mio nome; chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa (Giovanni 16:23-24).

In Gesù abbiamo anche la garanzia della sua costante intercessione presso il Padre “dal momento che vive sempre per intercedere per loro(Ebrei 7:25; vedi 1 Giovanni 2:1).

Forse però abbiamo paura che le nostre parole siano imperfette, inadatte per presentarle direttamente al Padre o al Figlio, con magari anche il timore di non riuscire a spiegarci bene. Ed ecco che Dio, che ci conosce bene e sa i nostri limiti, provvede ancora in sé stesso la soluzione, tramite lo Spirito Santo: lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili (Romani 8:26). Sono parole impronunciabili e non articolabili quelle che lo Spirito prende dal nostro cuore, più che dalla nostra bocca, e le porta in modo perfetto a Dio. Sarà quindi lo Spirito il mezzo, lo strumento privilegiato di Dio per far arrivare le nostre richieste a lui: pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica (Efesini 6:18).

Quando dobbiamo rivolgerci a Dio non abbiamo quindi bisogno di perderci in nessun infinito meandro burocratico, né di essere messi in una lunga lista d’attesa aspettando il nostro turno, con la speranza che qualcuno possa ascoltarci e portare avanti le nostre istanze.

Però facciamolo. Talvolta infatti, per quanto paradossale possa sembrare, è proprio questo il motivo per cui non riceviamo risposta: non avete, perché non domandate (Giacomo 4:2).

Se è vero che per chi ha posto la sua vita in Dio, è possibile che lui, nella sua immensa grazia, faccia anche “infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo” (Efesini 3:20), la norma è “fate conoscere le vostre richieste a Dio” (Filippesi 4:6).


Io altresì vi dico: chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa (Luca 11:9-10).

Parliamo pure, Dio ci ascolta.


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