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L’affascinante ricerca dell’invisibile

Mentre medici e scienziati di tutto il mondo stanno cercando di vedere come si comporta un virus così piccolo da aver bisogno di potenti microscopi per provare a carpire i segreti della sua riproduzione nel corpo umano e per tentare di contrastarlo, altri ricercatori continuano a scrutare con incredibili telescopi le profondità dell’universo. Insomma, una ricerca di ciò che è invisibile a occhio umano, per provare a dare una spiegazione sull’origine di un male o di quella dell’universo. E per farlo hanno bisogno di strumenti, di mezzi che permettano di vedere l’invisibile.

Anche Dio non si vede. Lui è “il solo che possiede l’immortalità e che abita una luce inaccessibile, che nessun uomo ha visto né può vedere” (1 Timoteo 6:16).

Anzi, non si può vedere, come disse Dio stesso a Mosè che voleva vedere il suo volto: «Tu non puoi vedere il mio volto, perché l’uomo non può vedermi e vivere» (Esodo 33:20). Quanto Dio fosse invisibile all’occhio umano lo sapeva bene anche il tormentato Giobbe, sebbene fosse certo della sua esistenza: Ecco, egli mi passa vicino e io non lo vedo; mi scivola accanto e non me ne accorgo… Ma ecco, se vado a oriente, egli non c’è; se a occidente, non lo trovo; a settentrione, quando vi opera, io non lo vedo; si nasconde egli a sud, io non lo scorgo (Giobbe 9:11; 23:8-9).

Anche i discepoli di Gesù avrebbero voluto vedere questo Padre celeste, questo Dio invisibile, e chiedono a Gesù, il figlio di Dio proceduto dal Padre, colui che aveva detto loro che “nessuno ha visto il Padre, se non colui che è da Dio; egli ha visto il Padre” (Giovanni 6:46), di mostrarglielo. La risposta fu sorprendente: Filippo gli disse: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gesù gli disse: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai tu dici: “Mostraci il Padre”? (Giovanni 14:8-9).

Vedere Gesù voleva quindi vedere il Padre, perché come disse lo stesso Gesù: “Io e il Padre siamo uno” (Giovanni 10:30). No, nessuno ha mai visto Dio, ma molti hanno visto Gesù: Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della parola della vita (poiché la vita è stata manifestata e noi l’abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunciamo la vita eterna che era presso il Padre e che ci fu manifestata), quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunciamo anche a voi… (1 Giovanni 1:1-3).

Ed è proprio quel Gesù, quella “parola della vita”, che si è fatto uomo ed è venuto a vivere in mezzo alle sue creature: E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre (Giovanni 1:14).

No, nessuno di noi ha mai visto Dio, ma Dio si è pienamente manifestato in Gesù: Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere (Giovanni 1:18), perché Egli è l’immagine del Dio invisibile (Colossesi 1:15); Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza (Ebrei 1:3). Sì, Gesù è Dio manifestato. Gesù è il mezzo, lo strumento usato da Dio per rivelarsi, microscopio e telescopio di Dio. Quel Dio che sembrava lontano e invisibile, ora, grazie a Gesù, viene rivelato a tutti coloro che vogliono 'vederlo' e … vivere.

Inoltre, una volta compiuta l’opera dell’offerta della sua vita per noi, Gesù ha permesso che arrivasse, in tutti coloro che credono, lo Spirito di Dio che, attraverso anche e soprattutto la Parola di cui è ispiratore (2 Pietro 1:20-21; 2 Timoteo 3:16-17), ci fa penetrare nelle invisibili profondità di Dio: A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Infatti chi, tra gli uomini, conosce le cose dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio (2 Corinzi 2:10-11).

Davide, quasi rispondendo a Giobbe, era perfettamente consapevole che Dio, pur invisibile, fosse presente ovunque: Dove potrei andarmene lontano dal tuo Spirito, dove fuggirò dalla tua presenza? Se salgo in cielo tu ci sei; se scendo nel soggiorno dei morti, eccoti là. Se prendo le ali dell’alba e vado ad abitare all’estremità del mare, anche là mi condurrà la tua mano e mi afferrerà la tua destra (Salmo 139:7-10). Ma anche Giobbe, quando è rimasto ad ascoltare Dio, quando ha imparato a conoscerlo, ha infine dichiarato: Ti prego, ascoltami, e io parlerò; ti farò delle domande e tu insegnami! Il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora l’occhio mio ti ha visto (Giobbe 42:4-5). Conoscere Dio è come vederlo.


Sia che siamo fra coloro che fuggono da Dio, sia che siamo fra quelli che lo cercano per conoscerlo e avere il suo sostegno, possiamo essere comunque certi della sua presenza, anche senza vederlo.

Ora però non vediamo nemmeno Gesù, ma come abbiamo ricordato nel post Assenza fisica e presenza spirituale, questo non ci impedisce di amarlo e gioire in lui: Benché non lo abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa (1 Pietro 1:8).

Al Re eterno, immortale, invisibile, all’unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen (1 Timoteo 1:17).


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