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La grande fuga

Sono orma oltre 5 milioni gli ucraini in fuga dalla guerra, che si aggiungono agli oltre 82 milioni di persone nel mondo costrette alla fuga dal proprio paese, città o villaggio. Non è emigrazione o trasloco, è fuga. E quando fuggi vuol dire che c’è qualcosa o qualcuno che dietro di te ti obbliga a scappare, alla ricerca di quel rifugio del quale abbiamo parlato in un recente post.

Ma c’è un’altra fuga che coinvolge sempre più persone, soprattutto nel mondo occidentale, ed è la fuga dalla fede. O meglio, la fuga dalla religione tradizionale, quella nella quale sono cresciuti. Ormai da anni si assiste a un sempre maggior disinteresse verso le religioni istituzionali, per passare a forme di agnosticismo, di religiosità alternativa “fai da te”, fino alla totale indifferenza verso tutto ciò che è religioso. Le cause sono molteplici e non tutte prive di validi motivi. Una religione fatta di buone parole e di pochissimi fatti, di messaggi che sembrano lontani anni luce dalla realtà attuale, chiese sconvolte da scandali provocati dai loro stessi rappresentanti, leader religiosi che vanno a braccetto con politici violenti e corrotti, religioni che fanno della guerra santa il loro solo modo di vivere la propria fede ecc., non hanno fatto altro che contribuire a questo fenomeno.

Tutto questo dovrebbe però portare a capire che è ora di fare una distinzione netta tra Dio e uomini, tra vera fede e religione. Noi possiamo scappare, fuggire via da ogni umana istituzione religiosa, ma non possiamo fuggire da un Dio che è ovunque. Il re Davide si interrogava su questo quando, con una serie di domande e affermazioni retoriche, poneva l’accento sull’onnipresenza di Dio: Dove potrei andarmene lontano dal tuo Spirito, dove fuggirò dalla tua presenza? Se salgo in cielo tu ci sei; se scendo nel soggiorno dei morti, eccoti là. Se prendo le ali dell’alba e vado ad abitare all’estremità del mare, anche là mi condurrà la tua mano e mi afferrerà la tua destra. Se dico: «Certo le tenebre mi nasconderanno e la luce diventerà notte intorno a me», le tenebre stesse non possono nasconderti nulla e la notte per te è chiara come il giorno; le tenebre e la luce ti sono uguali. (Salmo 139:7-12).

Davide non diceva queste cose perché avrebbe voluto fuggire da Dio, ma per riconoscere che non solo Dio era ovunque, ma che era anche colui che in ogni luogo e in ogni momento o situazione aveva il controllo sulla sua vita, vita che Davide aveva affidato a lui.

E noi? Siamo di quelli che, perché delusi dal mondo religioso che ci circonda o perché indifferenti a queste cose, sono in fuga anche da Dio? O forse siamo di quelli che sentono la sua presenza ingombrante?

Qualunque sia la tua situazione, sappi che in ogni caso non puoi fuggire da Dio. Ma Dio non ti sta inseguendo per costringerti a seguirlo, ti sta solo chiamando per offrirti la sua eterna protezione, il suo aiuto, la sua salvezza.

Vuole che tu ti fermi, che tu smetta di fuggire e che riconosca chi ti sta chiamando a sé: «Fermatevi», dice, «e riconoscete che io sono Dio». (Salmo 46:10) (vedi post Fermatevi!).

Abbiamo bisogno di ritrovare quello che forse abbiamo perso o dal quale siamo scappati perché non abbiamo capito chi era e quale fosse il suo piano per noi.

Diverse volte nella Scrittura Gesù viene definito come la pietra, la pietra angolare che deve essere la base perfetta e solida su cui costruire (Efesini 2:20-22). Gesù è la base della nostra fede, la sua Parola è il fondamento su cui appoggiarci con sicurezza: Perciò così parla il Signore, DIO: «Ecco, io ho posto come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un fondamento solido; chi confiderà in essa non avrà fretta di fuggire. (Isaia 28:16).

Sì, se poniamo la nostra fede su Gesù e la sua Parola, non su qualche invenzione umana, per quanto “santa” voglia apparire, allora non avremo fretta di fuggire, non saremo né delusi, né confusi, né spaventati. Mai.

Oggi, non scappare, fermati e abbraccia colui che ti sta cercando.


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