La patente di immunità
- evangelicibz
- 11 apr 2020
- Tempo di lettura: 4 min
In questi giorni si sta provando a mettere a punto quello che dovrebbe essere un certificato, una vera e propria patente (o passaporto, come è stato anche definito) che attesti che una persona ha sviluppato gli anticorpi, che è ormai negativizzato e che quindi può essere dichiarato guarito e non più contagioso.
Una vera e propria nuova identità personale quindi, che non cambia il profilo esterno della persona, ma che certifica l’avvenuto passaggio da potenziale malato o ‘untore’ (sintomatico o asintomatico che sia).
Anche Dio ha fatto una cosa del genere con quelli che credono in lui. Ogni uomo è un portatore di quel virus che abbiamo già analizzato e che la Parola di Dio chiama peccato. Brutta parola, desueta e che ci dà fastidio solo a sentirla nominare, tanto più se riferita a noi. Del resto, anche sentirsi definire affetto dal coronavirus, non è che ci piaccia molto, ma tant’è. Che poi il peccato, come il virus, sia chiaramente manifesto o che, almeno ai nostri occhi, asintomatico, poco cambia. Se c’è, c’è. E Dio, parlando del peccato, ci dice che c’è, in tutti (Ecclesiaste 7:20). La buona notizia è che a tutti è data la libera e piena possibilità di sviluppare gli anticorpi necessari, grazie all’intervento diretto di Gesù:
Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato… Però, la grazia non è come la trasgressione. Perché se per la trasgressione di uno solo molti sono morti, a maggior ragione la grazia di Dio e il dono della grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati abbondantemente su molti… Infatti, se per la trasgressione di uno solo la morte ha regnato a causa di quell’uno, tanto più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell’uno che è Gesù Cristo. Dunque, come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini... tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. (Romani 5:12, 15, 17-18; 3:23-24).
Ed ecco che allora gli anticorpi della grazia di Dio agiscono, impedendo al virus di portarci alla morte eterna: Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte (Romani 8:1-2)
Ci viene quindi confermato che questo virus viene depotenziato, non portando più alle conseguenze estreme: infatti il peccato non avrà più potere su di voi (Romani 6:14).
Questo non vuol dire però che siamo ancora totalmente immuni. Ci saranno delle ricadute, ma possiamo in ogni momento rivolgerci a colui che ha combattuto il virus per noi, arrivando al suo sacrificio personale, ma che poi assume un nuovo ruolo per tutti quelli che hanno creduto e credono in lui: Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto (1 Giovanni 1:8-2:1). Diciamo che abbiamo bisogno di controlli periodici, per assicurarci che tutto proceda per il meglio.
Come per il coronavirus, anche per il virus spirituale non si può parlare di piena e definitiva guarigione, fino che non si giunge alla completa negativizzazione, un'altra parola che stiamo imparando a conoscere in questi giorni. Anche per i credenti arriverà quel momento, quando la guarigione sarà definitiva e tutto quello che aveva provocato il virus sparirà: In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava l’albero della vita. Esso dà dodici raccolti all’anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni. Non ci sarà più nulla di maledetto. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello; i suoi servi lo serviranno, vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte. Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce del sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli (Apocalisse 22:2-5)
Quel nuovo nome sarà messo sulla nostra ‘patente di immunità’ (vedi anche il post Diamo i numeri... o i nomi?), che sostituirà per sempre ogni vecchio attestato di identità che ci dichiarava spiritualmente malati, e questo grazie all’opera di Gesù: Dio ci ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i peccati, avendo cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce (Colossesi 2:14).
Guarire ora, per essere guariti per sempre.

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