L’attesa si sta facendo lunga. Quando arriverà il giorno in cui potremo finalmente riprendere una vita normale? Magari diversa da quella precedente, quasi certamente diversa, ma più ‘normale’ di quella che stiamo vivendo ora? Per superare questo lungo momento abbiamo bisogno di pazienza, di perseveranza.
La pazienza e la perseveranza hanno però un senso se davanti a noi, in prospettiva, abbiamo una meta, un obiettivo da raggiungere. Attendere solo per attendere, avendo il buio davanti a noi, ci può solo far cadere in depressione.
La Parola ci insegna molto riguardo al tema della pazienza e della perseveranza, due cose strettamente collegate tra di loro: Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Osservate come l’agricoltore aspetta il frutto prezioso della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione. Siate pazienti anche voi; fortificate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina (Giacomo 5:7-8).
Per invitarci alla pazienza questo brano ci illustra la situazione di un agricoltore che aspetta il momento del raccolto. Non è però un’attesa inattiva, ma con perseveranza e fiducia, con il suo lavoro prepara il campo, lo ara, lo semina, e poi confida in Dio per la pioggia e il conseguente raccolto. Il credente nella sua vita ha una meta: l’incontro con il suo Signore. Ed ecco che l’invito è ad aspettarlo con pazienza, con la piena fiducia che questo glorioso incontro, con tutto quello che comporta, arriverà. Ma anche qui l’attesa non deve essere inattiva, indolente. Non abbiamo qui lo spazio per elencare tutto quello che la Bibbia ci dice riguardo a quello che possiamo e dobbiamo fare in questa attesa.
Possiamo però vedere cosa Dio usa per far crescere in noi pazienza, costanza, perseveranza e l’autocontrollo necessario per giungere ad una speranza attiva e operante. Abbiamo già parlato in un precedente post (Cuori migliori) di come ogni stato di afflizione possa produrre qualcosa, portare un frutto. L’apostolo Paolo di ci dice che il primo frutto dell’afflizione è propria la pazienza, che a sua volta scatena un meccanismo di produzione di altri fattori: Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi, e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio; non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza, la pazienza, esperienza, e l’esperienza, speranza. Or la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato (Romani 5:1-5)
Questo e ogni altro momento di difficoltà della nostra vita che ci obbligano ad attendere una soluzione, possono, se lo vogliamo, se abbiamo la fede per crederlo e vederlo, produrre il frutto della pazienza. La quale a sua volta produrrà una nuova esperienza di vita. E nulla fa crescere di più di quello che abbiamo maturato nell’esperienza personale. Ed è da questa fede maturata durante l’afflizione, che arriva la speranza. Fede e speranza che nella Bibbia non sono mai concetti vaghi e incerti, ma pieni di rassicurante certezza: Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono (Ebrei 11:1). Una speranza come questa non delude mai, perché “Difatti la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui, non sarà deluso»” (Romani 10:11).
Possiamo quindi gloriarci nelle afflizioni, sapendo il frutto che produce, partendo dalla pazienza. Il Signore vuole che, confidando in lui, possiamo vivere momenti come questi addirittura con gioia: Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l’opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti. (Giacomo 1:2-4).
La catena produttiva, partendo dalla fede e vissuta anche attraverso l’anello della pazienza ha poi il suo naturale sfogo nell’amore: Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza l’autocontrollo, all’autocontrollo la pazienza, alla pazienza la pietà (= devozione verso Dio), alla pietà l’affetto fraterno e all’affetto fraterno l’amore (2 Pietro 1:5-7).
Pazienza dunque cari amici, e perseveranza attiva. Mettiamo mano all’aratro mentre aspettiamo e guardiamo con fiducia alla meta, al frutto, alla piena liberazione.
Siccome hai osservato la mia esortazione alla costanza, anch’io ti preserverò dall’ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra (Apocalisse 3:10).
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