La crisi nata dalla pandemia ha colpito quasi tutti i settori produttivi. Molti hanno perso il lavoro, altri faticano a ripartire. Ci sono però settori che si trovano con la necessità, e la possibilità, di assumere dei lavoratori, ma che hanno difficoltà di trovarne. È sempre stato difficile l’incontro tra domanda e offerta, per tanti motivi. Così ci troviamo con quello che per certi versi sembra un paradosso: molti disoccupati e tanti posti vacanti. Per ovviare al grande bisogno di lavoratori stagionali per l’agricoltura, alcuni imprenditori o associazioni di categoria, hanno pensato di organizzare voli (charter o addirittura affittando aerei privati) per andare a prendere gli operai nei loro paesi di origine e portarli in Italia. E la stessa cosa stanno facendo altri paesi europei. Quelli che stanno, in controtendenza con gli altri, imponendo nuove restrizioni all’arrivo entro i loro confini, fanno però eccezione proprio per i lavoratori stagionali stranieri.
Un settore con un’immensa domanda di lavoratori, ma da sempre in estrema carenza, è quello dell’opera di Dio, come ci ricorda da duemila anni Gesù: Allora disse ai suoi discepoli: La mèsse è grande, ma pochi sono gli operai (Matteo 9:37). Campi da seminare e mietere, vigne da coltivare, pesci da pescare, pecore da accudire, sono tante le metafore usate da Gesù per parlarci dell’opera da svolgere.
Ma il servizio è verso le persone, quelle folle “stanche e sfinite” e oggetto della sua compassione (Matteo 9:36). È proprio da quella situazione di grande necessità, che la nasce la constatazione da parte di Gesù della vastità dell’opera e dei suoi bisogni. Un’opera non per pochi e specializzati, ma per tutti coloro che hanno creduto in lui.
Gesù invita a pregare il Padre, il padrone della vigna e dei campi, affinché spinga altri operai: Pregate dunque il Signore della mèsse che mandi degli operai nella sua mèsse (Matteo 9:38). Spesso però manca, non solo la volontà di svolgere un’opera per Dio per la quale siamo stati creati (Efesini 2:10; Tito 2:14), ma una visione del bisogno: Non dite voi che ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ebbene, vi dico: alzate gli occhi e guardate le campagne come già biancheggiano per la mietitura (Giovanni 4:35). È sempre il momento per l’opera nel campo di Dio e i lavoratori che vengono chiamati lo sono per tutte le stagioni.
E la paga? Dal valore immenso: Il mietitore riceve una ricompensa e raccoglie frutto per la vita eterna, affinché il seminatore e il mietitore si rallegrino insieme (Giovanni 4:36). Ricompensa, frutto, vita, gioia. Gioia condivisa con Dio.
Certo, non è un’opera facile, spesso è faticosa, come è faticoso lavorare la terra, ma poi si raccoglie il frutto della propria fatica: Quelli che seminano con lacrime, mieteranno con canti di gioia. Se ne va piangendo colui che porta il seme da spargere, ma tornerà con canti di gioia quando porterà i suoi covoni (Salmo 126:5-6).
Del resto, se dovessimo guardare solo alle difficoltà di ogni attività lavorativa, chi lavorerebbe? Ma è proprio guardando al frutto, spesso anche non chiaramente visibile, che il Signore ci invita al lavoro: Getta il tuo pane sulle acque, perché dopo molto tempo lo ritroverai. Fanne parte a sette, e anche a otto, perché tu non sai che male può avvenire sulla terra… Chi bada al vento non seminerà; chi guarda alle nuvole non mieterà… Fin dal mattino semina la tua semenza e la sera non dar posa alle tue mani; poiché tu non sai quale dei due lavori riuscirà meglio: se questo o quello, o se ambedue saranno ugualmente buoni (Ecclesiaste 11:1-6).
Dio ci garantisce che ogni servizio, anche minimo, reso nel suo nome, non solo non perderà il suo premio, ma avrà una rilevanza eterna: Chiunque vi avrà dato da bere un bicchiere d’acqua nel nome mio, perché siete di Cristo, in verità vi dico che non perderà la sua ricompensa (Marco 9:41; vedi anche Matteo 19:29 e il post La dignità del lavoro).
Dio non ha solo voluto, tramite il sacrificio di Gesù, fare di te un tuo figlio, ma anche dare un senso al tuo vivere, al tuo lavoro, qualunque esso sia. Ma se al tuo lavoro quotidiano affianchi anche l’opera di Dio, il grande mandato a cui tutti coloro che credono sono stati chiamati (Matteo 28:18-20), se fai di quell’opera una priorità, se preghi di poter essere tu un operaio nel suo campo, se sai guardare con gli occhi di Gesù i bisogni dell’altro, allora il premio sarà eterno. Se risponderai alla sua offerta di lavoro, nessuna inflazione, nessuna crisi, nessuna pandemia potrà impedirti di operare e di farlo con la certezza di ricevere il frutto della tua fatica.
Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo (Galati 6:9)
Comentários