Chi sta guidando il mondo? Umanamente parlando dovrebbe essere la politica, il sistema di governo scelto dai cittadini, almeno nei paesi democratici. Ma i governi sono sempre più controllati e condizionati dal sistema economico globale, che detta le scelte. Negli ultimi anni si è però assistito a un fenomeno nuovo, che va via via sempre più imponendosi: il mondo digitale. I colossi dell’informatica ormai possono influenzare e guidare sia le scelte globali che quelle dei singoli. La cibernetica quindi, intesa come un complesso intreccio di discipline che non riguardano solo l’informatica o l’intelligenza artificiale, come principale pilota delle sorti del mondo.
Se guardiamo all’etimologia, scopriamo che ‘cibernetica’ viene dal greco kubernētēs, che indicava il pilota delle navi (da una radice kuber, che vuol dire ‘timone’). Il “cibernetico”, il pilota, il grande timoniere di questo mondo per la Bibbia è colui che è chiamato “principe (o dio) di questo mondo” che si contrappone a Gesù e dal quale verrà sconfitto (vedi Giovanni 12:31; 14:30; 16:11). Intanto però influenza pesantemente le scelte della maggioranza (Efesini 2:1-3), cercando di impedire che il messaggio del vangelo arrivi alle menti e ai cuori delle persone: Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione, per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio (2 Corinzi 4:3-4). Questa guida malvagia e seduttrice reggerà fino al suo giudizio finale: Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù; fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli. (Apocalisse 12:9).
L’apostolo Paolo si trovò ad affrontare da prigioniero un viaggio che lo avrebbe condotto, via nave, fino a Roma. Il viaggio fu caratterizzato da grandi e violente tempeste, di cui leggiamo in Atti 27. Alla guida di quella nave c’era ovviamente un pilota, un kubernētēs. Paolo, vedendo che la grande tempesta metteva seriamente a rischio la vita sua e quella di tutti gli altri sulla nave (Atti 27:10), cercò di avvisare l’equipaggio e i militari che lo scortavano a Roma. Ma la scelta fu un’altra: Il centurione però aveva più fiducia nel pilota e nel padrone della nave che non nelle parole di Paolo. (Atti 27:11). Piloti e padroni ritenuti degni di maggior fiducia delle parole dell’inviato di Dio, di colui che parlava da parte di Dio (2 Corinzi 2:17).
Dio poi avrebbe, nella sua misericordia e perseguendo i suoi piani, salvato tutti gli uomini a bordo, dopo che questi arrivarono, quando ormai sembrava la fine, ad ascoltare finalmente le indicazioni di Paolo (Atti 27 dal versetto 20 in poi; vedi anche il post La grazia di Dio nella tempesta).
Noi chi ascoltiamo quando siamo nella tempesta? In chi poniamo la nostra fiducia? A chi lasciamo pilotare la nostra vita fino al porto sicuro?
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