Quanto sarebbe lunga la lista dei nostri bisogni, desideri, aspirazioni? Quante sono le cose che vorremmo che cambiassero nella nostra vita? Cosa ci manca ancora per poter dire di essere soddisfatti di quello che siamo, abbiamo o facciamo? Quanto invece c’è di ancora insoddisfatto in noi?
Nel meraviglioso Salmo 23, il salmista Davide esordisce con “Il Signore è il mio pastore, nulla mi manca” (Salmo 23:1). Come poteva dire che non gli manca nulla? Iperbole, esagerazione o veramente era convinto che, avendo il Signore come suo pastore, aveva tutto quello di cui aveva realmente bisogno?
Un pastore è uno che guida, protegge, nutre, cura il suo gregge. Ne abbiamo parlato varie volte in questo blog, e abbiamo sottolineato anche il sacrificio personale del pastore Gesù per tutti noi (vedi per esempio il post Immunità di gregge? Dipende dal pastore!). Ma forse sapere questo non ci basta, almeno non per dichiarare che non ci manca nulla nella nostra vita...
L’esperienza che Davide racconta nel Salmo 23, ci parla di una relazione costante, continua con il suo Signore-Pastore. Un vivere quotidiano fatto di riposo presso acque calme (v. 2), di ristoro dell’anima e di guida costante e amorevole (v. 3), di protezione da ogni paura e di sicurezza (v. 4), di provvigione anche in mezzo ad attacchi e difficoltà (v. 5). Una pecora è in pericolo, si trova in difficoltà solo quando si allontana dalla presenza del suo pastore. E anche noi, consapevoli o meno, quanto più siamo lontani dal nostro pastore, tanto più sentiremo che ci manca qualcosa. Potremmo anche avere pienezza di tutte quelle cose che ci servono per vivere, ma ci sembrerebbero come cisterne che non tengono l’acqua e che dobbiamo continuamente riempire (Geremia 2:13), come borse bucate da cui esce continuamente quello che vi abbiamo messo dentro (Aggeo 1:6), come occhi e orecchi mai soddisfatti di quello che vedono o sentono (Ecclesiaste 1:8). Una rincorsa continua, una sete e una fame che non si placano mai e che solo Gesù può soddisfare (Giovanni 6:35).
Sì, è proprio vero che “La speranza insoddisfatta fa languire il cuore, ma il desiderio realizzato è un albero di vita” (Proverbi 13:12).
Quale è la tua esperienza personale? Hai solo letto o sentito parlare di quello che il Signore fa e vuole fare per te o hai vissuto la sua cura quotidiana? Davide poteva concludere il salmo con parole di piena certezza, sia per la sua quotidianità che per l’eternità: Certo, beni e bontà m’accompagneranno tutti i giorni della mia vita; e io abiterò nella casa del SIGNORE per lunghi giorni (v. 6). Giorni pieni, giorni in cui non manca nulla di quello che veramente serve. Giorni in cui cercare e trovare la gioia di essere nelle mani del Buon Pastore, per avere soddisfatti i propri desideri (Salmo 37:4). Giorni, come oggi e domani, in cui la sua grazia ci basta e in cui nulla ci manca.
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